“Che fai, mi vuoi sparare? E sparami”. È la richiesta fatta da un giovane, in stato di alterazione psicofisica, ad un carabiniere che cercava di identificarlo. Il ragazzo è finito davanti al giudice per resistenza a pubblico “perché in stato di palese ubriachezza, dopo essersi introdotto nel cortile antistante la caserma dei Carabinieri, Stazione di Ponte San Giovanni, usava violenza e minaccia per opporsi” ad un militare intervenuto per identificarlo.

Si scaglia contro i poliziotti con una lama: uomo fermato con il taser

Il carabiniere intimava al 20enne “di fermarsi”, ma questo prima “gli urlava contro ‘sparami’ e poi si scagliava contro il militare facendolo rovinare a terra”.

Finché il carabiniere “avuto il sopravvento, riusciva ad immobilizzarlo con le manette di sicurezza”.

L’episodio è avvenuto il 1 marzo del 2020. Oggi in udienza è stato sentito il militare che ha effettuato il fermo, riconoscendo che il giovane, difeso dall’avvocato Giuseppe Montone, era in uno stato di forte alterazione.

Articolo tratto dal Portale di Informazione InfoDifesa