Tra i tanti temi della campagna elettorale in corso c’è anche quello della sanità pubblica. La pandemia ha fatto emergere le vulnerabilità di un sistema sanitario che presenta non pochi problemi. Ecco quali sono le soluzioni proposte nei programmi delle principali forze politiche che si sfideranno alle urne il 25 settembre.

Sono stati resi pubblici da diverse settimane i programmi dei principali partiti candidati alle elezioni politiche del 25 settembre. Tra i temi di cui si sta parlando in questi giorni, dalla politica internazionale alla sicurezza interna, dal taglio delle tasse ai bonus per famiglie e imprese, quello della salute è entrato nel dibattito, anche a causa della pandemia di Covid-19 che ha messo sotto stress i sistemi sanitari di tutto il mondo facendone emergere le specifiche criticità. Ecco quali sono i problemi messi in evidenza e le soluzioni proposte sull’argomento dalle coalizioni di centrosinistra e centrodestra, dal Movimento 5 stelle e dal Terzo polo.

Centrosinistra: “La salute è un bene pubblico fondamentale”

“La salute rappresenta un bene pubblico fondamentale per la qualità delle nostre vite e per le politiche pubbliche di coesione”, si legge nelle prime righe della sezione dedicata alla salute nel programma dell’alleanza del centrosinistra (composta da Partito democratico, Demos, Partito socialista italiano, +Europa , Verdi, Sinistra Italiana e Impegno Civico).

Pd e futuri alleati di governo propongono il rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale e della medicina territoriale, da realizzare tramite l’investimento sulla Case della comunità, l’aumento del personale (e la riduzione di quello non strutturato), il rafforzamento della presenza sul territorio dei medici di Medicina generale e degli infermieri attraverso il rinnovo dei contratti di lavoro. Per gli aspiranti professionisti sanitari, invece, l’obiettivo è quello di garantire contratti di lavoro formativo con le opportune tutele. “Un piano finanziato attraverso un adeguato incremento del Fondo Sanitario Nazionale, affinché nessuno si ritrovi solo quando ha bisogno di assistenza”, promettono i partiti di centrosinistra.

Tra le proposte ci sono anche un piano straordinario per la salute mentale, che “con Centri di salute mentale di piccola scala, fortemente radicati e integrati nelle comunità” si concentri sulla presa in carico e l’inclusione dei pazienti, e l’istituzione di uno psicologo per le cure primarie. Nel programma si parla anche dell’attuazione della riforma della non autosufficienza prevista dal Piano nazionale di ripresa e sviluppo e la garanzia di maggiore tutele ai caregiver. In più, il centrosinistra promette il dimezzamento al 2027 dei tempi massimi delle liste di attesa per esami diagnostici e interventi con una riforma dell’attuale piano per la gestione delle stesse “con l’introduzione di un sistema di incentivi-sanzioni e di mobilità tra strutture sanitarie”.

Nel programma uno spazio è dedicato anche al completamento della transizione digitale in campo sanitario “per agevolare il lavoro dei professionisti e l’accesso al sistema e alle cure della popolazione, valorizzando telemedicina, Centrali operative territoriali, teleassistenza, telemonitoraggio e teleconsulto. Per realizzare questi obiettivi – si legge nel programma – è necessario adeguare il finanziamento del sistema sanitario nazionale, allineandolo progressivamente ai grandi Paesi europei, e rafforzare la sua capacità di garantire il diritto alla salute in maniera più omogenea in tutte le Regioni”.

Centrodestra: incremento dell’organico e abbattimento dei tempi delle liste di attesa

Nel programma del centrodestra, composto da 15 punti, il tema della salute si trova al settimo posto. Per riformare il sistema, l’alleanza tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia prevede sette obiettivi da raggiungere. Anche in questo caso viene fatto un riferimento allo sviluppo della sanità di prossimità e della medicina territoriale, il rafforzamento della medicina predittiva e l’incremento dell’organico di medici e operatori sanitari.

Si trovano poi diversi obiettivi da realizzare con specifico riferimento al coronavirus: prima di tutto, il contrasto alla pandemia da Covid-19 attraverso la promozione di comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturali, come la ventilazione meccanica controllata degli ambienti e il potenziamento dei trasporti, “senza compressione delle libertà individuali“, precisa il centrodestra; si parla anche di “aggiornamento dei piani pandemici e di emergenza e della revisione del Piano sanitario nazionale“.

A questo si aggiungono il ripristino delle prestazioni ordinarie e delle procedure di screening, l’abbattimento dei tempi delle liste di attesa (proposto anche da tutte le altre forze politiche), l’estensione delle prestazioni medico sanitarie esenti da ticket e la revisione del piano oncologico nazionale. Nel programma c’è un punto dedicato ai giovani medici, dove viene proposto il riordino delle scuole di specializzazione.

Il Movimento 5 stelle “dalla parte della salute”: il diritto universale alle cure

Anche il programma del Movimento 5 stelle per le elezioni politiche del 25 settembre punta “su una sanità territoriale e nazionale” per il “diritto universale alle cure”, tutelato dall’art.32 della Costituzione italiana. Tra le proposte, troviamo prima di tutto l’eliminazione delle interferenze della politica nelle nomine dei dirigenti sanitari e, forse il punto principale della sezione del programma dedicata alla salute, la riforma del Titolo V della Costituzione.

Con la legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001, la tutela della salute è stata affidata alla legislazione concorrente tra Stato e Regioni, creando così un sistema caratterizzato da un pluralismo di centri di potere e ampliando il ruolo e le competenze delle autonomie locali. L’obiettivo del partito guidato dall’ex premier Giuseppe Conte è quello di riportare la salute alla gestione diretta dello Stato ed evitare le attuali disfunzioni dei 20 sistemi regionali “emerse con la pandemia”. Tra le altre proposte del programma del Movimento troviamo il potenziamento e l’accessibilità alle terapie innovative e avanzate, l’elargizione di incentivi per i pronto soccorso e l’aumento della retribuzione per il personale sanitario.

Le proposte del Terzo polo: dalla riforma del sistema sanitario al rafforzamento della medicina territoriale

L’obiettivo delle riforme proposte dal Terzo polo guidato da Carlo Calenda, leader di Azione, è quello di superare “la vulnerabilità di un sistema sanitario” che durante la pandemia ha avuto “profonde ripercussioni, sia sulla salute degli individui, che sulla crescita economica e sociale“, e di livellare “le diseguaglianze relative all’accesso e alla qualità delle cure, l’inadeguatezza dell’assistenza territoriale, la scarsa integrazione tra assistenza sanitaria e assistenza sociale, l’impressionante carenza di personale“. Per realizzare lo scopo i partiti Azione e Italia Viva, di Matteo Renzi, mettono a punto una strategia in 9 punti.

Il primo riguarda la riforma dei “meccanismi di governance e coordinamento tra Stato e regioni“: come il M5s, il Terzo polo valuta la possibilità di rivedere il titolo V della Costituzione. “È necessario riconoscere allo Stato funzioni di analisi di dati e bisogni, valutazione delle tecnologie sanitarie, indirizzo e coordinamento delle Regioni“, si legge sul programma, “Alle Regioni si riconosce la funzione di erogazione e gestione dei servizi, con il conferimento di accreditamento in base a criteri oggettivi ed esigenze territoriali”. Poi si parla della riorganizzazione dell’assistenza territoriale e di quella residenziale e domiciliare per la popolazione fragile, la necessità di fare investimenti in edilizia sanitaria/abitativa e la revisione della Medicina Generale che permetta ai pazienti di essere seguiti dagli specialisti adeguati e l’adozione delle indicazioni sulla funzione della Case della comunità previste dal Pnrr, “che siano proiettate all’esterno con nuove professionalità, come ad esempio lo psicologo di base, e con personale presente con un medesimo sistema di guardia notturna“.

Il programma prosegue con la differenziazione dei servizi pubblici e privati, in modo tale che questi collaborino in sinergia e si integrino tra loro. Tra le proposte, viene anche inserita l’istituzione di una “protezione civile sanitaria”, un gruppo di professionisti e volontari “addestrati al contrasto alle pandemie e la previsione di una formazione continua e obbligatoria per il personale sanitario e sociosanitario su prevenzione e contrasto ai rischi pandemici”, e il monitoraggio dell’insorgenza di nuove malattie infettive, tramite accordi di ricerca e cooperazione internazionale.

Torna anche il tema dell’adeguata remunerazione del personale sanitario, affrontata anche dagli altri partiti, proporzionata al carico di lavoro e alle responsabilità dei professionisti sanitari, in particolare di quelli ospedalieri.

Il Terzo polo propone anche di lavorare a un piano straordinario per le liste di attesa per “ridurre entro un anno il periodo di attesa” per le “prestazioni di specialistica ambulatoriale, visite di controllo e interventi”. La sezione dedicata alla salute si conclude con la riforma del finanziamento del sistema sanitario nazionale, affinché sia “stabile e adeguato a medio termine”: l’obiettivo è quello di raggiungere la media degli investimenti fatti dai sistemi sanitari dell’Unione europea. Una quota non inferiore al 3% di questo finanziamento verrà poi destinato al Fondo sanitario nazionale della ricerca “riaffermando il principio che l’attività di ricerca sia parte integrante e fondamentale del SSN, motore virtuoso di sviluppo del Paese.”

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