Coldiretti sottolinea che il gelato oggi costa il 23% in più rispetto a un anno fa. A determinare i rincari, il balzo dei costi per l’energia e quello delle materie prime. Ecco cos’altro emerge dalla sua analisi.
Se siete fan dei gelati ve ne sarete accorti: per gustarsi un cono o una coppetta bisogna pagare di più. La conferma arriva da un’analisi di Coldiretti, che parla di un rincaro del 23% dovuto al balzo dei costi per l’energia e per le materie prime usate nelle preparazioni di cui l’Italia è fortemente deficitaria, anche a causa delle tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina.
Leggi anche – Uno dedicato al gelato, un altro al vento: ecco i musei più strani d’Italia
La storia
Coldiretti ricorda che i sorbetti e i cremolati erano già serviti nella corte medicea di Firenze intorno nella prima metà del XVI secolo, ma fu il successo dell’export’ in Francia a fare da moltiplicatore globale con il debutto ufficiale in terra americana. Negli Stati Uniti l’apertura della prima gelateria a New York risale al 1770 e si deve all’imprenditore genovese Giovanni Bosio.
Da allora, il settore è andato incontro ad una graduale evoluzione. Una delle ultime riguarda le cosiddette “agrigelaterie artigianali” che, spiega Coldiretti, garantiscono la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala. Più in generale, queste attività usano soprattutto prodotti a “chilometri zero”.
I numeri del settore in Italia
Nella sua analisi Coldiretti, parla di un settore con un fatturato totale di 2,7 miliardi grazie alla presenza di 39mila gelaterie che danno lavoro a 75mila persone. Nelle gelaterie italiane, si sottolinea, vengono utilizzati 220 milioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zuccheri, 21 milioni di chili di frutta fresca e 29 milioni di chili di altri prodotti durante l’anno con un evidente impatto sulle imprese fornitrici impegnate a garantire ingredienti di qualità.
Fonte Agi