Per tre iscritti su cinque al nuovo registro pubblico delle opposizioni, le chiamate indesiderate non sono diminuite. Il sondaggio, con un campione di quasi 5.000 persone, è stato realizzato dall’Unione nazionale consumatori. Ecco i dati.
Solo due iscritti su cinque al nuovo registro pubblico delle opposizioni hanno sperimentato una diminuzione delle chiamate da parte dei call center. Per un terzo degli interpellati sono rimaste le stesse mentre per un utente su quattro sono addirittura aumentate. Quest’ultima percentuale è in crescita: a novembre solo il 7,6% degli intervistati parlava di un aumento delle telefonate.
La base statistica
L’indagine ha visto la partecipazione di 4.751 consumatori. Tra questi, solo il 14,3% non si è ancora iscritto al Registro. Mentre 4.070 si sono iscritti. “I call center, temendo sanzioni, sono stati cauti” solamente “per qualche mese dopo l’attivazione del nuovo Registro avvenuta il 27 luglio dello scorso anno”, ha detto Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, auspicando che la pratica di chiamare a casa gli iscritti al Registro sia considerata […] sanzionabile anche dall’Antitrust.
Perché il registro pubblico delle opposizioni non funziona
Il registro pubblico delle opposizioni è menomato nel suo funzionamento dai software in grado di falsificare il numero chiamante. Quando il problema è di questo tipo ce ne si può accorgere provando a richiamare: il numero risulterà inesistente. Si tratta di numeri generati virtualmente, non rintracciabili perché semplicemente non esistono. Inoltre, non tutti i soggetti del settore si sono accreditati al Registro. Anche se gli operatori di telemarketing che utilizzano per le proprie campagne i numeri presenti negli elenchi telefonici pubblici sono tenuti a registrarsi al sistema.