L’associazione per la promozione dei diritti dei cittadini consumatori e utenti ha stilato un vademecum per aiutare le persone che hanno avuto problemi con i regali sotto l’albero, ricordando loro quali diritti hanno e cosa possono fare nel caso in cui l’oggetto ricevuto sia stato comprato online o all’estero.
Un maglione troppo piccolo. Una borsa che proprio non si addice ai nostri gusti. Un giocattolo che non funziona. Non tutti hanno trovato sotto l’albero ciò che desideravano e devono ora cambiare il regalo ricevuto. Per aiutare chi si trova in questa condizioni a orientarsi e capire che opzioni ha a parte il riciclo, Aduc ha stilato un apposito vademecum.
Cosa fare se l’oggetto non funziona
Nella sua guida si legge “se l’oggetto è guasto o non corrisponde a quanto descritto in confezione e/o pubblicità, vale la Garanzia legale a carico del venditore. Il venditore deve riparare o sostituire il bene entro tempi congrui, da pattuire insieme al consumatore”. Se questo non è possibile, si ha diritto alla restituzione dei soldi.
L’associazione spiega che questo tipo di garanzia vale due anni e che bisogna fare la segnalazione entro due mesi dalla scoperta del guasto. Aggiunge poi che questa non va confusa con la garanzia del produttore.
Il diritto di recesso per i regali indesiderati
Aduc spiega che la legge non prevede il diritto di recesso nel caso in cui l’acquisto sia stato fatto in un negozio fisico, a meno che questo non sia stato pattuito. A questo proposito, la testata specializzata in questioni legali ‘Leggeperutti‘ spiegava già l’anno scorso che il negoziante può acconsentire alla sostituzione del prodotto e subordinare il cambio a determinati limiti di tempo e/o alla presentazione dello “scontrino cortesia”. Se questo avviene, il regalo si può cambiare nelle condizioni stabilite ma non si ha comunque diritto alla restituzione dei soldi.
Per quanto riguarda invece gli acquisti in negozio virtuale o fuori dai locali commerciali, Aduc ricorda invece che “si può recedere entro 14 giorni dall’acquisto oppure dal giorno in cui si riceve il bene. È consigliabile farlo con una lettera raccomandata a/r o pec, rispedendo il bene tramite assicurata. Le spese di spedizione sono a carico di chi esercita il recesso”.
Come far valere i propri diritti
Nel suo vademecum Aduc spiega che per gli acquisti effettuati nei Paesi dell’Unione europea valgono le stesse regole. Ricorda poi che, nel caso in cui il venditore o il produttore non siano disponibili, è possibile “intimare il dovuto tramite una lettera raccomandata a/r di messa in mora o pec, e fare una denuncia all’Antitrust per pratica commerciale scorretta. In mancanza di soddisfazione si può ricorrere al giudice di pace“.
Diverso è invece il caso di un Paese extra-Ue. “Vale sempre l’intimazione con raccomandata a/r, ma in mancanza di risposta, pur rivolgendosi al giudice italiano, è difficile ottenere giustizia”.
Il riciclo dei regali
Intanto, secondo i dati di Confcooperative sui di Natale gli italiani confermano la tendenza a essere “riciclatori seriali”. Lo segnala una ricerca che riporta come nonostante l’aumento delle tredicesime (+4% dai 44 miliardi del 2021, ai 45,7 di quest’anno) e il recupero, seppur parziale del lavoro, si afferma la “contro spesa”, con un riciclo di doni ricevuti per 3,2 miliardi di euro pari a un aumento di 400 milioni rispetto all’anno scorso.
“Il riciclo ha forme e modalità diverse”, spiega Confcooperative. Cinque persone su dieci ricicleranno i doni ricevuti queste festività o conserveranno durante l’anno per utilizzarli al momento opportuno (53% donne e 47% uomini). Ci sono addirittura quelli che guadagnano dalla vendita del regalo ricevuto attraverso la vendita sulle piattaforme online, parliamo di 3 riciclatori su 10 (60% uomini, 40% donne), mentre 2 su 10 scambieranno i doni ricevuti nei negozi di acquisto per trasformarli in buoni da spendere o prendere altri oggetti da regalare a loro volta (55% donne 45% uomini).
Tra i regali riciclati troviamo in pole position i generi alimentari per il 45% (vini, spumanti, salumi, formaggi, prosecchi, grappe, amari, panettoni, pandori, cioccolato, torroni, miele, marmellata, dolci regionali e altri prodotti enogastronomici). Seguono al 29% sciarpe, guanti, cappelli, calzini e prodotti personali come cosmetici e creme. Per il 15% libri, articoli di cancelleria e pelletteria, 11% giocattoli.