«Le misurazioni della radioattività in aria non evidenziano anomalie», ha tranquillizzato l’assessore regionale alla Protezione civile del Veneto, Gianpaolo Bottacin, ma neanche questo sembra essere bastato per bloccare la psicosi nucleare.
Pasticche di iodio contro le radiazioni
Dopo l’attacco russo alla centrale ucraina di Zaporizhzhya, c’è chi fa scorta di pasta e scatolette, tanto più che la raccomandazione di avere almeno 9 litri di acqua per persona in casa è stata dettagliata dalla vicina Svizzera. E c’è chi, come in Belgio, va a caccia di pastiglie di iodio. Il motivo: le compresse saturerebbero la tiroide di iodio buono impedendo che si accumuli quello radioattivo, in grado di provocare tumori. «Il fai-da-te è sbagliato e rischioso», ha detto Franco Grimaldi, presidente dell’Associazione medici endocrinologi.
Lo Ioduro di potassio
«Semmai serve ioduro di potassio, ma quella è una sostanza che all’occorrenza viene erogata dallo Stato», ha aggiunto il presidente di Federfarma Veneto, Andrea Bellon. Eppure, la caccia alla pasticca è cominciata. E nel vicino Friuli è stata la stessa Regione a chiedere scorte.
PADOVA
«Nel padovano segnaliamo una massiccia richiesta da parte dei cittadini dello ioduro di potassio che dovrebbe prevenire l’assorbimento delle radiazioni nucleari ha detto Andrea Collesei, rappresentante dei farmacisti non titolari di Padova -. Una situazione analoga accadde con il disastro Chernobyl, sembra di tornare indietro nel tempo. I nostri pazienti sono molto spaventati, c’è anche chi chiede integratori con iodio». La corsa alle compresse anti-radiazioni sta man mano esaurendo le scorte. Anche la storica farmacia padovana Pianeri e Mauro, a due passi dal Bo, segnala un boom di richieste: «Negli ultimi giorni sempre più persone chiedono integratori con iodio o addirittura il farmaco ha detto la dottoressa Francesca Dall’Acqua . Il consiglio è di fare riferimento al proprio medico. A parte alcune condizioni specifiche, non c’è nessuna indicazione ed è più che sufficiente l’uso del sale iodato in cucina per mantenere un buon livello di iodio».
TREVISO
«In caso di attacchi nucleari e di propagazione di radiazioni siamo pronti a intervenire distribuendo prodotti a base di iodio. Oggi non c’è motivo, ma se dovesse servire siamo strutturati». Così Giuseppe Losego, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Treviso. Eppure la caccia alla pastiglia è già iniziata. «Abbiamo avuto molte richieste ha confermato Franco Gariboldi Muschietti, presidente di Farmacieunite la situazione ricorda un po’ quanto accaduto con Chernobyl nel 1986». Intanto l’Ordine dei farmacisti ha ricevuto una richiesta di aiuto da Roman Klichuk, sindaco di Chernivtsi, città del sud-ovest dell’Ucraina: «Le persone che sono state costrette ad abbandonare le loro case adesso sono qui, servono medicine e kit di primo soccorso per salvare quante più vite possibile». L’Ordine si è organizzato per inviare una serie di aiuti.
PORDENONE
In Friuli Venezia Giulia è stata la stessa Regione a chiedere alle farmacie, attraverso l’Ordine professionale, una ricognizione delle scorte di iodio stabile, non radioattivo. «La nostra risposta – ha precisato il presidente udinese dell’Ordine dei farmacisti, Luca Degrassi – dovrà arrivare entro lunedì, non c’è un problema di forniture». Anche in Friuli si è scatenata la corsa allo iodio: «Persone spaventate che pensano di mettersi al sicuro in questo modo. Ma solamente in caso di emergenza sanitaria lo iodio può essere somministrato senza ricetta medica».
Articolo del Gazzettino.it