Per la prima volta la Commissione Ue non ha confermato il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr da parte dell’Italia. In particolare, problemi ci sono stati nel secondo semestre del 2022. Concordato con il governo un mese di ulteriore valutazione. Ecco quali sono i problemi legati all’attuazione del Piano.

Terminata la luna di miele con la Commissione europea, stanno emergendo le prime crepe nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Bruxelles ha infatti concordato con Roma “di prolungare di un mese” la fase di valutazione sugli obiettivi che andavano raggiunti nella seconda metà del 2022. Congelati i 19 miliardi di ricompensa previsti.

Pnrr: obiettivi raggiunti ma spesa in ritardo

Nella sua relazione, la Corte dei Conti ha scritto però che risultano conseguiti tutti e i 55 gli obiettivi del secondo semestre 2022. Tra questi, vengono ricordate in particolare la riforma della giustizia civile e penale, della concorrenza e delle politiche attive del lavoro. Approvata anche la riforma degli istituti tecnici e professionali. Viale Mazzini segnala però che la spesa della pubblica amministrazione è in ritardo. Un problema che era già stato segnalato da Giorgia Meloni prima di insediarsi a Palazzo Chigi.

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I problemi nell’attuazione del Pnrr

Ci sono anche altri problemi. L’inflazione e la domanda di materiali a causa dei bonus edilizi hanno fatto lievitare il prezzo delle materie prime per le costruzioni. La gestione del Pnrr è stata poi accentrata dalla presidente del Consiglio Meloni a Palazzo Chigi. Ma, come ricorda Federico Fubini sul Corriere della Sera, in questa nuova struttura non sono stati ancora assunti – lo saranno presto – 70 funzionari. Il Sole 24 Ore fa invece notare che nella pubblica amministrazione mancano architetti e ingegneri, soprattutto nei Comuni dove i contratti sono a tempo determinato e senza prospettive di stabilizzazione.

Pnrr: cosa ci aspetta nel 2023

Ultimo tema: quello che ci aspetta. Come scriveva upday a gennaio e si vede dal grafico in basso, nel 2023 ci sono 96 obiettivi programmati, tra milestone (qualitativi, come l’approvazione di una legge) e target (quantitativi, come i chilometri di una ferrovia realizzati). 53 di questi sono quantitativi. È la prima volta che i target sono più delle milestone ma d’ora in poi sarà sempre così: più si va avanti nell’attuazione, più diminuiscono gli obiettivi qualitativi in favore di quelli quantitativi. La ricompensa è di 34 miliardi di euro netti, una cifra in linea con la dotazione della prima manovra del governo Meloni.

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