Merrick Garland ha difeso pubblicamente l’operato dell’Fbi. “Ho autorizzato io la perquisizione nella residenza di Trump”, ha fatto sapere il funzionario nel primo intervento dopo il raid.
Ancora scintille tra la giustizia Usa e l’ex presidente Donald Trump. Il ministro della Giustizia Merrick Garland ha difeso pubblicamente l’intervento dell’Fbi nella residenza Mar-a-Lago dell’ex presidente americano Donald Trump in Florida dicendo di aver ”autorizzato personalmente la perquisizione”.
Nelle prime esternazioni dopo il raid, Garland ha difeso la professionalità dell’Fbi dicendosi ”orgoglioso” della collaborazione. Le dichiarazioni arrivano dopo gli attacchi ricevuti da più fronti: dai Repubblicani fino ai sostenitori del tycoon.
“Il mandato di perquisizione è stato autorizzato da un tribunale federale”, ha detto ai giornalisti giovedì, spiegando che “copie del mandato” sono state ”consegnate il giorno della perquisizione all’avvocato dell’ex presidente che era sul posto durante la perquisizione”.
“Gli uomini e le donne dell’Fbi e del Dipartimento di Giustizia sono dipendenti pubblici devoti e patriottici. Ogni giorno proteggono il popolo americano dalla criminalità violenta, dal terrorismo e da altre minacce alla sua sicurezza salvaguardando i nostri diritti civili. Lo fanno con grande sacrificio personale e rischio per se stessi. Sono onorato di lavorare al loro fianco. Non starò a guardare in silenzio quando la loro integrità viene attaccata ingiustamente”, ha detto Garland.
“Gran parte del nostro lavoro è necessariamente condotto lontano dagli occhi del pubblico. Lo facciamo per proteggere i diritti costituzionali di tutti gli americani e per proteggere l’integrità delle nostre indagini”, ha affermato, aggiungendo che le regole etiche gli impediscono di fornire ulteriori dettagli sul perquisizione della proprietà di Trump.