Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto che dispone il consueto adeguamento dei trattamenti. Della loro entità e della riforma del sistema pensionistico hanno discusso anche la presidente del Consiglio e i sindacati.

Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto che dispone a partire dal primo gennaio 2023 un adeguamento pari a +7,3% delle pensioni dei cittadini. È quanto si legge in un comunicato pubblicato sul sito del ministero in cui si specifica che “l’aumento è stato calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 3 novembre 2022″.

Prima di firmare il decreto, Giorgetti era stato interpellato sulla Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef) in audizione alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato, e aveva parlato anche del peso delle pensioni sullo Stato. “Le nuove stime di inflazione determinano una diversa ipotesi di indicizzazione, che comporta maggiori oneri per 7,1 miliardi nel 2024 e 5,6 miliardi nel 2025“, aveva detto il ministro, specificando che nel periodo 2022-2025 “la spesa per le pensioni assorbirà risorse per oltre 50 miliardi“.

L’incontro tra Meloni e i sindacati

Le pensioni sono state anche al centro di un confronto a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il leader dei sindacati Maurizio Landini (Cgil), Luigi Sbarra (Cisl), Paolo Capone (Ugl) e Pierpaolo Bombardieri (Uil). Prima di prendere parte all’incontro, quest’ultimo ha ricordato che la loro proposta è quella di far uscire chi ha lavorato 41 anni di fila a prescindere dall’età anagrafica. Meloni avrebbe invece riconosciuto che le pensioni attuali sono inadeguate, ma nel futuro rischiano di essere inesistenti e al momento non è chiaro se si riuscirà a riformarle già nella legge di bilancio.

Il voto del Parlamento

Il decreto sulle pensioni è stato firmato lo stesso giorno in cui sia Camera che Senato hanno approvato la proposta di risoluzione della maggioranza alla Nadef. A Montecitorio i voto favorevoli sono stati 218 e 129 quelli contrari mentre 23 parlamentari si sono astenuti. L’Aula ha dato il via libera anche alla risoluzione sullo scostamento di bilancio con 357 sì e 12 voti contrari.

Fonte Agi

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