“È stata una delle peggiori competizioni a cui ho partecipato”. Così Remi Lindholm a margine della gara di sci di fondo disputata sabato scorso ai Giochi Invernali di Pechino. L’atleta finlandese è arrivato al traguardo con un distacco di più di quattro minuti dal vincitore. La cosa peggiore, però, non è aver concluso la gara in 28esima posizione ma aver terminato la gara di 30 chilometri, durata circa un’ora e un quarto, stremato dalla fatica e con il pene congelato a causa delle terribili condizioni atmosferiche. Più che una competizione sportiva sembrava infatti una lotta per la sopravvivenza.
“Pensavo solo a resistere”
La temperatura era di meno 20 gradi. A peggiorare la situazione anche forti raffiche di vento gelido. “L’obiettivo – ha spiegato – era solo quello di resistere e lottare contro quel freddo incredibile”. Dopo essersi rifugiato nello spogliatoio, l’atleta ha subito chiesto una borsa d’acqua calda in modo da riscaldare le parti intime e lenire la sua sofferenza. Appena la circolazione si è riattivata, la fitta che avvertiva ha lasciato il posto ad una sensazione di indolenzimento e ad un dolore pulsante.
Il precedente
A quanto pare non è la prima volta che Remi Lindholm si trova a vivere un’esperienza del genere. Era già accaduto a fine novembre scorso durante la prova di Coppa del Mondo a Ruka, in Lapponia. E’ durante i Giochi Invernali di Pechino che l’atleta, sottoposto ad uno sforzo immane, ha temuto di non farcela. Lindholm ha fatto mea culpa ammettendo di aver dimenticato di indossare degli indumenti intimi che potessero aiutarlo a sopportare meglio la temperatura polare. “Mi è dispiaciuto molto di non essere riuscito a disputare una gara migliore ma le folate di vento contrario erano hanno resto tutto più difficile”, ha aggiunto.