L’Unione nazionale consumatori, sulla base dei dati Istat, stila la classifica dei prodotti tipici o degli ingredienti tradizionali interessati dagli aumenti di prezzo più decisi. Ecco la classifica dei rincari.
Una Pasqua all’insegna dei rincari sulle materie prime alimentari che colpiscono soprattutto dolci, uova e prodotti di pasticceria. L’Unione nazionale consumatori ha elaborato i dati Istat resi noti venerdì.
La top ten dei rincari: sul podio zucchero, burro e uova
Per la top ten dei rincari dei cibi e delle bevande del pranzo di Pasqua, al primo posto lo zucchero, che registra l’inflazione maggiore per i prodotti alimentari, pari al 54,9% e che, pur non potendo essere definito come un prodotto tipicamente pasquale, è l’ingrediente base di tutti i dolci, colomba compresa. Al secondo posto il burro (+25,8%), utilizzato sia per i dolci che che come condimento per molte pietanze. Medaglia di bronzo per il primo vero prodotto caratteristico della Pasqua, le uova che salgono del 22,4% su marzo 2022 e che sono usate in tantissimi piatti regionali, dal casatiello napoletano alla torta pasqualina ligure, dai cudduraci calabresi ai casciatelli molisani.
Appena fuori dal podio le patate con +20,9%, che insieme ai carciofi sono impiegate come tipico contorno per l’agnello o il capretto. Seguono formaggi e latticini molto utilizzati a Pasqua, a cominciare dalla ricotta, e che salgono del 18%, la farina (+17,8%), al settimo posto pasta sfoglia e pasta brisè (+17,7%), poi prodotti di pasticceria freschi o confezionati con +16,2%, vegetali freschi (insalata, carciofi, spinaci, piselli, bietole …) con +9,4%. In decima posizione i salumi (+9,1%). Appena fuori dalla top ten la carne ovina e caprina con +8,3%, che però è destinata inevitabilmente a risalire la classifica nei prossimi giorni. In 12esima posizione cioccolato e cioccolatini con +7,5%.
“Si tratta di rialzi preoccupanti, specie se si considera che sono relativi al mese di marzo e che di regola gli aumenti si registrano maggiormente a ridosso della Pasqua, quando la domanda sale. Ci domandiamo, quindi, visto che la carne ovina e caprina costa già l’8,3% in più rispetto a un anno fa, cosa accadrà a partire dal 6 aprile quando gli acquisti cominceranno a decollare” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori.