Sapete quando si dice che non ci si può fidare proprio di nessuno? Ecco, probabilmente questa notizia ne è l’esempio più lampante.
Don Francesco Spagnesi (40 anni), parroco di una chiesa di Prato, è stato tratto in arresto, a seguito di una indagine della narcotici, con l’accusa di spaccio e importazione di sostanze stupefacenti.
I FATTI
A seguito delle indagini è stato scoperto che Spagnesi avrebbe introdotto negli anni, su suolo italiano, grossi quantitativi di Gbl (droga dello stupro) con l’aiuto di un complice, Alessio Regina, anche lui quarantenne. È stato proprio a seguite delle indagini su Regina che si è scoperto il coinvolgimento del sacerdote.
Si è scoperto che la droga sarebbe stata pagata con le offerte dei parrocchiani ed, in seguito, usata per festini a sfondo sessuale. Che modo orribile per perdere la fiducia dei fedeli.
Il sacerdote ha lasciato tutti i suoi incarichi nella Parrocchia e si trova, attualmente, agli arresti domiciliari.
COS’È LA GBL
La Gbl, detta anche droga dello stupro, si presenta in forma liquida e viene versato solitamente nella bevanda della vittima designata.
Definita anche “inibitore della volontà”, presenta, dopo 15 minuti dall’assunzione, uno stato di euforia che va a diventare spossatezza ed, infine, in un profondo stato di sonno. Le vittime, al risveglio non ricordano assolutamente nulla di cosa è successo dopo l’assunzione della droga.
Anche questa tipologia di droga può portare a gravi conseguenze come nausea e avvelenamento, senza contare l’ovvio uso che ne va a fare il carnefice.
Eludere questa droga è possibile evitando di lasciare la propria bevanda incustodita nei locali o nelle discoteche e, soprattutto, non accettando mai bibite aperte da sconosciuti o da persone di cui si una conoscenza superficiale. Potrà sembrare uno stereotipo ma purtroppo questi tragici eventi succedono davvero quindi qualche precauzione in più non è mai troppa.
I PARROCCHIANI SCONVOLTI
I fedeli della Parrocchia si sono detti sconvolti dalla vicenda ma che, nei mesi passati, avevano notato quanto il sacerdote fosse cambiato, dimagrito, quasi svogliato verso i suoi compiti.
A seguito di alcuni dubbi, i parrocchiani si sono visti costretti ad evitare di mandare i figli sia a Catechismo che all’oratorio. Non si può dire che queste sensazioni si siano rivelate sbagliate.
Ciò che davvero ci stiamo chiedendo è: le istituzioni ecclesiastiche erano a conoscenza della vicenda? Se si è l’ennesima ombra che cala sulla Chiesa.