Continua a far discutere la decisione del governo di alzare a 5.000 euro il tetto per le transazioni con il contante e di concedere ai commercianti di rifiutare il pagamento con Pos al di sotto dei 60 euro. Durante l’audizione sulla Manovra, l’Ufficio parlamentare di bilancio ha presentato un grafico che mostra come le Regioni dove l’uso del contante è più diffuso siano quelle con i maggiori livelli di evasione.
La Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), Lilia Cavallari, è intervenuta davanti alle Commissioni bilancio di Camera e Senato riunite in seduta congiunta. L’audizione riguardava l’esame preliminare del disegno di legge sul Bilancio.
Uso del contante ed evasione: il grafico per Regione
Fra i dati emersi con più chiarezza, ci sono quelli relativi all’uso del contante e alla lotta all’evasione fiscale. In particolare, un’analisi su base regionale ha mostrato come, nelle Regioni dove l’uso del contante è più diffuso, in testa Calabria con il 91% dei pagamenti con questa modalità, sono quelle dove si stimano i maggiori livelli di evasione, classifica ancora una volta dominata dalla Calabria con il sommerso calcolato al 21% dell’economia. In testa fra le Regioni virtuose c’è invece la Lombardia, con l’uso del contante al 57% del totale delle transazioni e un sommerso stimato all’11% dell’economia.
Com’è cambiato il tetto all’uso del contante negli anni
“In controtendenza rispetto agli ultimi anni, la Manovra alza da 1.000 a 5.000 euro il tetto alle transazioni in contanti e introduce un limite sotto il quale gli esercenti possono rifiutarsi di accettare pagamenti con il Pos senza incorrere in sanzioni (60 euro) – si legge nel testo del comunicato di Upb – Vengono pertanto modificati, in senso meno restrittivo, meccanismi che generalmente affiancano e forniscono ausilio agli strumenti di contrasto dell’evasione fiscale (split payment, fatturazione elettronica, invio telematico degli scontrini) e del riciclaggio di denaro”.
“Limiti all’utilizzo del contante sono presenti in 14 Paesi su 27 dell’Unione europea, con soglie che variano da un minimo di 500 euro in Grecia a un massimo di 15.000 euro in Slovacchia – prosegue la nota – La letteratura economica è pressoché concorde nel sostenere che l’aumento dei pagamenti in contanti possa comportare un incremento dell’evasione. La figura 6 (prima in alto, ndr) evidenzia che le Regioni italiane dove l’utilizzo del contante è più diffuso sono anche quelle in cui si stimano i maggiori livelli di evasione dell’Iva”.
La correlazione fra il limite all’uso del contante e l’evasione fiscale
“Misure volte a limitare l’utilizzo del contante potrebbero svolgere un ruolo positivo nella lotta conto l’evasione e il riciclaggio. Da uno studio di Giammatteo et al. (2022) emerge che l’aumento del tetto ai contanti varato con la manovra del 2016 (da 1.000 a 3.000 euro) ha avuto l’effetto collaterale di far crescere l’economia sommersa. Un’analisi di Russo (2022) conclude invece che l’abbassamento adottato a fine 2011 (da 5.000 a 1.000 euro) ha contribuito a far calare l’evasione, soprattutto nei settori in cui la propensione a evadere è più alta”, conclude il comunicato.
Perché i commercianti devono accettare anche i piccoli pagamenti con il Pos
Le polemiche delle ultime settimane rispetto a una modifica della normativa introdotta dal governo Draghi, che impone ai negozianti di accettare i pagamenti elettronici anche per piccole cifre, hanno in qualche modo trasmesso l’errata convinzione che la regola sia già stata cancellata. In realtà si tratta di una proposta di modifica del nuovo esecutivo che, qualora vedrà la luce, rimuoverà le sanzioni per i commercianti che si rifiutano di accettare pagamenti con il Pos al di sotto dei 60 euro. Al momento, però, resta in vigore la vecchia normativa e i titolari di attività commerciali sono ancora tenuti ad accettare il pagamento elettronico se non vogliono incorrere in sanzioni.