Si chiude un’estate anomala per la politica italiana: la prima che ha visto i partiti confrontarsi in vista di un voto nazionale. Per farlo, hanno avuto poco più di 60 giorni di tempo. In queste settimane, i leader hanno presentato proposte, si sono scontrati e attaccati. In alcuni casi lo hanno fatto nel merito, ma spesso i toni sono degenerati. Abbiamo selezionato alcune dichiarazioni che non sono passate inosservate.
Enrico Letta, Partito democratico
“Io in questo momento ho gli occhi di tigre: non ho nessuna intenzione di perdere queste elezioni. Voglio solo candidati con gli occhi di tigre”
Era il 24 luglio e il segretario del Pd Enrico Letta esprimeva con queste parole a Mezz’ora in più il suo atteggiamento rispetto alla campagna elettorale. Due giorni prima, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva annunciato lo scioglimento delle Camere e indetto nuove elezioni. Gli occhi di tigre non sono un’immagine frutto della comunicazione del Pd, bensì una citazione della canzone Eye of the Tiger, uscita nel 1982 e passata alla storia per la sua presenza nel film Rocky III. Il paragone tra il personaggio del film e lo stile di Letta ha causato molta ilarità ed è diventato un’arma a doppio taglio per il leader, che ha però continuato a usare questa espressione con grande convinzione.
Mario Draghi
“La democrazia italiana è forte, non è che si fa battere dai nemici esterni o dai loro pupazzi prezzolati”
Durante la sua ultima conferenza stampa, Mario Draghi ha detto di non volersi esprimere sulla campagna elettorale italiana perché lui è stato “catapultato dall’alto” e non sarebbe stato giusto da parte sua. Il presidente del Consiglio si è comunque “tolto qualche sassolino dalla scarpa“, ma ha invitato chi lo interpellava sui presunti rischi per la democrazia italiana ad essere fiducioso. “La democrazia italiana è forte, non è che si fa battere dai nemici esterni o dai loro pupazzi prezzolati“, ha detto ad un certo punto, riferendosi alla notizia secondo la quale la Russia avrebbe finanziato vari partiti europei per influenzarne strategia e scelte politiche.
Matteo Salvini, Lega
“Non ho tempo di seguire le conferenze. Penso sia legittimo non seguire le conferenze di Draghi, non c’è un articolo della Costituzione che lo impone“
Draghi nel suo intervento non ha fatto nomi e non ha indicato chi fossero questi “pupazzi prezzolati”. Dopo il suo intervento, i giornalisti hanno però chiesto un commento a Matteo Salvini, il leader che più di ogni altro è stato sospettato di aver avuto contatti con Mosca e che ha preteso scuse pubbliche dopo la notizia che l’Italia non era tra i Paesi oggetto di queste attenzioni. In un primo momento, Salvini ha risposto così: “Non ho tempo di seguire le conferenze. Penso sia legittimo non seguire le conferenze di Draghi, non c’è un articolo della Costituzione che lo impone“. Poi, però, è tornato sulle frasi del presidente del Consiglio e lo ha invitato a fare chiarezza. “Se Draghi sa, parli. Dice che c’é gente che è corrotta, che è pagata. Io sono pagato dagli italiani, sono a processo perché ho difeso i confini italiani da navi straniere e clandestini. Se sa che qualcuno è al soldo di potenze straniere è gravissimo, ma deve andare fino in fondo”, ha detto.
Silvio Berlusconi, Forza Italia
“Mi rivolgo a chi di voi ha più di 18 anni. Per chiedervi cosa? Di presentarmi la vostra ragazza? Macché! Chiedo che andiate a votare il 25 settembre prossimo e che votiate per me e Forza Italia. Ciao ancora, e tik tok… tak!”
Silvio Berlusconi è uno dei politici che hanno deciso di sbarcare su TikTok per provare a far presa anche sull’elettorato più giovane. In uno degli ultimi video pubblicati sul suo account, ha fatto l’in bocca al lupo ai più piccoli per l’inizio dell’anno scolastico e ha chiesto ai maggiorenni di andare a votare per il suo partito. Non era la prima volta che il leader di Forza Italia lanciava un appello di questo tipo ma, mentre in altre occasioni ha parlato del tema dell’astensionismo in modo serio – definendo il non voto una “scelta autolesionista“- in questo caso non ha rinunciato a una battuta, rischiando di cadere in quello che gli esperti hanno definito ‘effetto cringe’.
Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia
“La sinistra è solidale con le donne che subiscono violenza purché non sia stato un clandestino, perché nella loro morra cinese clandestino batte donna violentata”
Questa frase è stata pronunciata da Giorgia Meloni in un comizio a Perugia lo scorso primo settembre ed è una delle uscite che più le sono state criticate in questa campagna elettorale. Meloni l’ha detta parlando più in generale dell’immigrazione e della necessità di limitarla perché altrimenti “la situazione ti scappa di mano e accade quello che abbiamo visto accadere”. Il discorso è proseguito con un attacco alla sinistra, “che non vede quello che accade perché loro abitano nei quartieri altolocati”, e i toni hanno continuato ad alzarsi. Dopo la frase sopra riportata, gli avversari politici di Meloni l’hanno accusata di strumentalizzare le violenze e sono tornati ad accusarla per aver pubblicato sui suoi canali social il video di uno stupro avvenuto a Piacenza, anche se con il viso della vittima oscurato. Il filmato oggi non è più disponibile: i moderatori delle varie piattaforme social lo hanno rimosso.
Giuseppe Conte, leader del M5s
“Il Movimento 5 Stelle ha regole che sfidano la natura umana”
Il presidente del M5s, Giuseppe Conte, ha usato queste parole lo scorso 31 luglio, in un lungo post su Facebook scritto per commentare la decisione di alcuni esponenti del gruppo che, “avuta conferma della regola dei due mandati, come da impegni presi con gli elettori, si stanno industriando per trovare nuove collocazioni politiche”. La decisione di non permettere ai pentastellati con più esperienza di presentarsi di nuovo alle politiche è arrivata al termine di un lungo dibattito interno e non è stata presa con leggerezza. Tra gli esclusi ci sono big come l’attuale presidente della Camera Roberto Fico e l’ex capo politico Vito Crimi. “Non è facile accettare questa regola che va contro la natura umana. È difficile mantenere la parola data e seguire un percorso di coerenza. Bisogna essere spiriti forti, nutrirsi costantemente dei propri ideali, avere una visione che si mantenga alta sui principi e non scada nella bassa corte degli affari personali”, osservava Conte nel post.
Carlo Calenda, Azione
“Uno: io non so ballare, sembro un orso ubriaco. Due: non posso dare consigli di make up perché ho la pancia e sono brutto. Però posso parlarvi di politica. Di politica, di libri, di cultura”
Il leader di Azione e front runner del Terzo polo, Carlo Calenda, ha scelto di presentarsi con queste parole ai giovani presenti su TikTok e, in particolare, ai maggiorenni che potranno votare. Nel suo video di esordio, Calenda ha soprattutto ammesso i suoi limiti e spiegato di voler usare il social in un modo del tutto diverso da quello per cui è diventato tanto popolare. I suoi toni non sono stati molti diversi da quelli usati dai suoi colleghi, ma ha dimostrato di credere in questa battaglia e finora è stato uno dei più attivi.
Matteo Renzi, Italia Viva
“Se facciamo più del 10 per cento saremo decisivi per il governo del Paese. Intanto io ho mandato un messaggio alla Meloni: Guarda Giorgia, non so se vinci, ma sappi che ogni due anni faccio cadere un governo”
Intervenendo a Ischia, il leader di Italia Viva ha fatto una battuta sulle sue responsabilità nella caduta di più esecutivi. Per esempio, nel 2014 prese il posto di Enrico Letta a Palazzo Chigi poco dopo averlo rassicurato sul fatto che non era sua intenzione farlo. Nel 2021, invece, annunciò le dimissioni delle ministre di Italia Viva decretando la fine del Conte bis. Com’era prevedibile, la frase di Renzi ha generato molto rumore, così il leader ci è tornato durante il ‘Discorso alla Cultura ad Ercolano’ nell’ambito di un intervento più ampio sulla necessità di preservare la democrazia e garantire più stabilità politica al Paese. “Ieri ho fatto una battuta e ho detto – citando una statistica, non facendo polemica politica – che ci tocca buttare giù un governo per salvare il Paese“, ha rievocato Renzi. “E quindi ho fatto una battuta, non ho detto ‘Giorgia stai serena’ perché non mi sembrava elegante, però ho detto una cosa analoga a tutti quelli che dicevano che si era già nemmeno mani del nuovo governo. In realtà questa è una follia, è un meccanismo che non funziona. Bisogna avere una visione del Paese per cui voi votate e quello o quella che votate sta in carica per cinque anni“.