“Alitalia e Ita sono due facce della stessa medaglia, anche la nuova compagnia riceverà soldi pubblici come la vecchia ma alla fine anche Ita fallirà”. E’ netto il giudizio formulato all’Adnkronos da Michael O’Leary, ad del gruppo Ryanair, che osserva come “nel medio termine di sicuro Ita non farà utili: i conti non saranno sostenibili e avrà di nuovo bisogno dei soldi pubblici”. Quello attuale, aggiunge il manager irlandese, “è l’ennesimo 6 round di aiuti concesso ad Alitalia, ma l’Europa continuerà ad autorizzarli fino a quando, alla fine, sarà venduta a Lufthansa o Air France”.

“Entro 3-4 anni non penso che Ita resterà una compagnia indipendente” afferma: in ogni caso, “nel post-covid Ita sarà il 60% della compagnia precedente, e questa riduzione di capacità è una sfida per Ryanair per cogliere le opportunità” aperte da questo disimpegno.

L’ad di Ryanair conferma che la compagnia “non è interessata al marchio di Alitalia”, una società che “alla fine non ha asset di valore. A parte gli slot, che speriamo vengano riassegnati in tempi brevi, per poter crescere sul vostro mercato”.

Un mercato che – osserva – ha finora sofferto di un problema “strutturale”: “è un sistema che ruotava intorno ad Alitalia, una compagnia controllata dal governo. E le linee aeree non possono funzionare se operano sotto il controllo pubblico”. “Basti vedere – ricorda – cosa è successo a British Airways, che non ha avuto più bisogno di aiuti di stato dopo essere stata privatizzata. In Alitalia hanno speso soldi per le uniformi, si sono preoccupati di soddisfare i lavoratori e non i clienti”.

“Ma in questi anni il settore aereo si è trasformato, i viaggi di breve raggio è diventato una ‘merce’, la gente vuole viaggi a poco costo, Il consumatore si è mosso in avanti mentre il governo e i sindacati – lamenta il manager – si sono rifiutati” di accettare la nuova situazione.

“In Italia abbiamo visto una ripresa molto forte, e al momento registriamo una alta richiesta dal Nord Europa verso il vostro paese”, ha detto ancora O’Leary, in occasione della presentazione degli operativi invernali, ribadendo la ‘scommessa’ della compagnia sul nostro mercato, confermata dall’apertura di due nuove basi (Treviso, già operativa, e Torino, da fine ottobre).

O’Leary evidenzia le dinamiche – in questa fase post-pandemica – del traffico aereo: “I voli nazionali si stanno riprendendo molto più rapidamente di quelli a lungo raggio, anche perché il varo del green pass europeo digitale a luglio ha spinto il traffico domestico”. Per quanto riguarda l’Italia, in dettaglio “pensiamo che le prenotazioni della stagione estiva si allungheranno a settembre e ottobre”. “Chi prima del covid avrebbe viaggiato in autunno verso l’Asia o l’America oggi è in un certo senso forzato a restare in Europa e l’Italia è in cima alla sua agenda” osserva l’ad di Ryanair.

Ma – spiega – i viaggiatori potranno contare su costi più favorevoli, visto che “è una ripresa di volumi e non di prezzi, che sono stati in questi mesi molto più bassi rispetto al periodo pre-covid e lo resteranno anche nelle prossime stagioni”.





Agenzia Stampa AdnKronos