Nuovo record storico per l’export dei distretti industriali italiani nel primo semestre dell’anno, con tutte le filiere distrettuali salite oltre i livelli pre-pandemici e con una crescita delle esportazioni risultata superiore a quella tedesca. È quanto emerge dall’ultimo Monitor dei distretti industriali a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
Nei prossimi mesi ci si aspetta che l’export dei distretti possa subire un rallentamento, in un quadro di domanda mondiale meno favorevole. Peseranno condizioni finanziarie più restrittive, riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e aumento dell’incertezza. Flessibilità e time to market saranno due leve strategiche chiave, in un contesto in cui il manifatturiero italiano potrebbe mostrarsi più resiliente rispetto ai nostri competitor europei, grazie a una maggiore propensione a diversificare prodotti e mercati che già nel recente passato è stata premiante per la nostra competitività internazionale.
Tasso di cambio favorevole e clima internazionale idoneo
Nel breve termine un sostegno potrà venire dal tasso di cambio, soprattutto alla luce del forte apprezzamento del dollaro che favorirà in modo particolare produttori e distretti più attivi nel mercato nord americano. Nel complesso, nei primi sei mesi dell’anno le esportazioni sono aumentate del +17,7%. È stato così raggiunto un nuovo record storico per i distretti industriali italiani, oltre la soglia dei 76 miliardi di euro, il 18,6% in più rispetto al primo semestre del 2019 quando l’export distrettuale fu pari a 64,1 miliardi. Ancora una volta è stata battuta la concorrenza tedesca che sempre nel periodo gennaio-giugno 2022 nei settori di specializzazione distrettuale ha mostrato un progresso del 14,6% rispetto allo stesso periodo del 2019, facendo peggio in gran parte dei settori.