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C’è un indagato per la morte del maresciallo dei carabinieri di Ciriè, Antonio Carbone, stroncato da un infarto sulla spiaggia di Paola, nel Cosentino, il 16 agosto dopo essere stato aggredito verbalmente da degli altri bagnanti.

Carbone, 56 anni, aveva infatti contestato, educatamente, il lancio di una cicca di sigaretta in mare da parte del figlio dell’indagato, ma il genitore e il ragazzo, anziché prendere atto dell’errore commesso, si sono scagliati contro il sottufficiale, aggredendolo con insulti e minacce di morte. Proprio per questo la Procura ha deciso di indagare per «morte o lesioni come conseguenza di altro delitto» e pure per «minacce» un 28enne di Cosenza. Proprio per questo gli inquirenti non hanno ancora concesso il nullaosta per la cremazione della salma. Perché vogliono capire, con i primi risultati dell’autopsia, se ci sia un nesso di causalità tra l’aggressione verbale e la morte.



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Articolo tratto dal Portale di Informazione InfoDifesa

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