I collettivi di Bologna annunciano una denuncia, che presenteranno martedì mattina, per un calcio tirato tra le gambe di una ragazza da un poliziotto durante il corteo contro gli sgomberi di mercoledì: «È stata una violenza sessuale». La foto che ritrae il momento del calcio è già un caso politico a Palazzo d’Accursio. Il Pd sollecita un’inchiesta interna alla Polizia e chiede chiarezza: «Un’immagine che non è degna della divisa». Coalizione civica: «È una vergogna».
I dettagli della denuncia
I dettagli della denuncia saranno spiegati in una conferenza stampa annunciata dai collettivi, alla presenza della ragazza coinvolta dall’episodio e delle sue avvocate. Nel mirino della denuncia ci sono «un poliziotto, il suo caposquadra, il questore e il ministro», chiamati a rispondere a vario titolo di quella che i collettivi ritengono «un’aggressione sessuale a danno di una studentessa, con un calcio tirato violentemente sul pube con gli anfibi dalle punte rinforzate». Per i collettivi, che hanno diffuso una foto dell’episodio, «questi gesti non possono essere classificati come legittima procedura di ordine pubblico, ma rappresentano una violenza sessuale praticata da un uomo, nel corso dello svolgimento di un’attività in divisa per conto della Stato, a una ragazza disarmata».
Un caso politico
L’immagine che ritrae l’agente in tenuta antisommossa calciare la ragazza, intanto, è già un caso politico. A sventolarla in aula durante il Consiglio comunale di lunedì è stato Detjon Begaj di Coalizione civica: «È una vergogna». Duro anche il Pd. «È un’immagine che non è degna della divisa. Mi auguro che a seguito di un’inchiesta interna che vorrà aprire la Polizia — dice il capogruppo Michele Campaniello — si faccia piena luce su questo evento. Il valore della divisa è importante e va preservato da comportamenti sbagliati anche da parte di chi la indossa».
Il commento del sindacato FSP
“Sono estremamente pesanti le parole utilizzate dalla manifestante che, dopo i disordini avvenuti a Bologna in occasione degli ultimi sgomberi, e quando dieci poliziotti sono rimasti feriti a causa dell’aggressione subita dai manifestanti, ha annunciato di voler denunciare un agente per violenza sessuale per via di un calcio che avrebbe ricevuto sul pube. Si tratta di accuse estremamente gravi e ben più estese di quel che possa sembrare, visto che, oltre che di ‘mela marcia’, lei ha parlato anche di machismo nel gestire la manifestazione, nientemeno che di patriarcato, e addirittura di un sistema in cui la polizia dovrebbe proteggere e non lo fa. Il tema è delicato e merita attenzione, chiunque lo tratti, e certamente molta ponderatezza.
E’ appena il caso di dire che quando gli agenti devono tentare di contenere un’azione non consentita ai manifestanti è scontato che avvenga un corpo a corpo, senza che un poliziotto si metta a prendere la mira per affermare la sua superiorità di maschio, ma in effetti questo non dovrebbe accadere perché non siamo buttafuori da strada, perché attaccare un tutore dell’ordine è reato e chi manifesta dovrebbe farlo pacificamente. Ma c’è ben altro da dire. C’è che la Polizia di Stato è il Corpo che per primo ha accolto al suo interno le donne che ne rappresentano una componente fondamentale. C’è che i poliziotti sono impegnati con tutto il loro impegno contro la violenza di genere rispetto alla quale sono altamente preparati. C’è che per tenere fede al proprio dovere di difesa del cittadino non pochi poliziotti sono arrivati a rimetterci la vita senza esitare un solo istante. C’è che per difendere i più deboli, per garantire diritti e legalità, non si deve andare in strada a lanciare cassonetti contro le forze dell’ordine, si deve, cara Ilaria, indossare l’uniforme e andare in strada a garantire il proprio servizio”.
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Così Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato, dopo che una manifestante presente agli sgomberi avvenuti a Bologna, quando si sono scatenati disordini che hanno causato doversi feriti, ha annunciato di voler denunciare un agente per violenza sessuale affermando ai microfoni, fra l’altro: “Credo che sia stato intenzionale darmi un calcio in mezzo alle gambe, per rimettermi al mio posto”; “Quello che è successo a me ha una matrice chiara: il patriarcato, la violenza patriarcale che viene perpetrata ogni giorno. Quel giorno in piazza ho sentito un uomo dirmi che lì non ci dovevo stare in quanto donna”; e anche “Quel celerino che ha colpito me non è un caso isolato, non è una mela marcia, ma fa parte di un sistema che andrebbe ricostruito interamente… So benissimo che non verrò sempre protetta da chi avrebbe il compito di farlo”
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Articolo tratto dal Portale di Informazione InfoDifesa