L’EUROPA APPESA A BERLINO – A BRUXELLES È TUTTO FERMO PER IL “SEMESTRE BIANCO” TEDESCO: IL 26 SETTEMBRE SI SAPRÀ CHI È IL SUCCESSORE DELLA PENSIONANDA MERKEL. MA POI CI VORRANNO MESI PER FORMARE UN NUOVO GOVERNO E TROVARE UN’INTESA SU COME TRATTARE I DOSSIER EUROPEI. LA MACCHINA LEGISLATIVA COMUNITARIA NON POTRÀ RIPRENDERE A PIENO REGIME PRIMA DI FEBBRAIO E MARZO. PECCATO CHE ENTRO LA FINE DEL 2021 CI SONO DA PRENDERE MOLTE DECISIONI CRUCIALI PER IL FUTURO DELL’UE, COME LE NUOVE REGOLE DEL PATTO DI STABILITÀ…
angela merkel e ursula von der leyen
Andrea Bonanni per “la Repubblica – Affari & Finanza”
L’Italia è entrata nel semestre bianco, che precede l’elezione del Capo dello Stato. Ma anche l’Europa è ormai entrata nel suo semestre bianco con effetti purtroppo molto più pesanti di quello italiano. Naturalmente, si tratta di un semestre bianco non ufficiale. Ma ogni quattro anni coincide con l’approssimarsi delle elezioni tedesche.
E mentre il semestre bianco italiano congela in parte i giochi della politica per l’impossibilità di indire nuove elezioni, quello europeo paralizza di fatto ogni capacità decisionale dell’Ue in attesa di sapere quale sarà l’orientamento del nuovo governo di Berlino sui molti dossier aperti. Il voto in Germania è previsto per il 26 settembre, quindi è imminente.
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Ma solitamente i tempi per la formazione del nuovo governo e l’elezione del Cancelliere prendono mesi. Ancora più lungo è il periodo necessario perché i membri della coalizione trovino un’intesa sui complicati e spesso iper- tecnici dossier europei.
Per cui è ragionevole pensare che, prima di febbraio o marzo, la macchina legislativa comunitaria non potrà riprendere a pieno regime. Questa volta, poi, l’uscita di scena di Angela Merkel, la necessità di eleggere un nuovo e relativamente inesperto Cancelliere e la totale incertezza su quali potranno essere le forze e gli equilibri della nuova coalizione di governo rischiano di dilatare ulteriormente i tempi.
URSULA VON DER LEYEN ANGELA MERKEL
Ma le decisioni che la Ue deve prendere entro la fine dell’anno sono molte e importanti. Entro il 26 settembre, data delle elezioni, si deve discutere delle nuove regole del Patto di Stabilità su deficit e debito, per rivedere quelle fattualmente congelate. Una decisione che dipenderà molto dal risultato dei popolari tedeschi (che vogliono regole rigide) e dei verdi (più vicini alle posizioni italiane).
Entro fine anno si dovrà lanciare l’angenzia Hera, per dare alla Ue reali poteri esecutivi in materia di lotta alle epidemie. Sempre entro fine anno si dovrebbe trovare un accordo sulla creazione di una forza militare di intervento rapido sganciata dai veti nazionali. Il 27 ottobre la Commissione dovrebbe presentare la controversa proposta sulle catene di approvvigionamento, che obbliga le industrie a calcolare l’affidabilità delle fonti da cui si riforniscono.
Per il 1° novembre, quando si riunisce la Cop26 delle Nazioni Unite sul clima, la Ue dovrebbe anche aver deciso una volta per tutte se includere il nucleare e il gas tra le risorse energetiche sostenibili da un punto di vista finanziario. Il 1° dicembre, la Commissione deve presentare al voto del Parlamento europeo il suo Digital Services Act, sulla prevenzione dei crimini online e sulla responsabilità dei giganti del web. Sono solo alcuni dei dossier più caldi. Ma avranno il tempo di raffreddarsi in attesa della fine del semestre bianco che viene da Berlino
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