Da oggi al 2027 verranno creati in Italia 3,8 milioni di posti di lavoro. Sette su dieci a causa di pensionamenti. Ecco quali sono le aziende che hanno più bisogno di manodopera.

In cinque anni serviranno 3,8 milioni di nuovi lavoratori. È questo il fabbisogno occupazionale delle imprese italiane fino al 2027. A metterlo nero su bianco è l’ufficio studi dell’Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre (Cgia) che ha elaborato dati di Unioncamere e dell’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro. Il 71,7% dei nuovi posti di lavoro (2,8 milioni) nasce dalla necessità di sostituire i neopensionati mentre poco più di un milione saranno gli assunti aggiuntivi. Tra chi andrà a riposo, 1,38 milioni sono dipendenti privati, mentre gli altri vengono dalla pubblica amministrazione (675.600) e dal lavoro autonomo (673.200).

La filiera con più necessità di lavoro

La filiera che avrà più bisogno di manodopera è quella del commercio e del turismo con 757.000 posti di lavoro creati. Quasi mezzo milione vengono da persone che andranno a riposo. Segue il settore degli altri servizi pubblici e privati: in sostanza, attività immobiliari, noleggio/leasing, vigilanza/investigazione, servizi per edifici e paesaggio (pulizia, giardinaggio, ecc.). Oltre alla pubblica amministrazione (esclusa sanità/assistenza sociale e istruzione). In questa filiera, sono 566.800 i posti in palio, di cui tre quarti per sostituire i pensionati.

I settori che perderanno più lavoratori per la pensione

Il pensionamento massiccio provoca la perdita “di maestranze di qualità e di elevata esperienza”, ricorda la Cgia. I settori che vedranno più lavoratori andare a riposo in numeri assoluti sono ancora il commercio e turismo (484.500), gli altri servizi pubblici e privati (419.800) e la salute (331.500). Le difficoltà di reperimento della manodopera sono “destinate a peggiorare: in primo luogo per gli effetti della denatalità e in secondo luogo per la cronica difficoltà che abbiamo a incrociare la domanda e l’offerta di lavoro”.

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