Inps e Inail precisano i requisiti e i casi in cui i lavoratori e le aziende possono richiedere lo stop all’attività lavorativa per prevenire lo stress termico e gli infortuni dovuti alle temperature elevate. Per stabilire le condizioni a rischio, verrà valutato non solo il bollettino meteo ma anche i gradi percepiti.
Temperature elevate, stress termico e professioni a rischio infortunio: Inps e Inail corrono ai ripari. In una nota pubblicata il 26 luglio, i due istituti hanno chiarito ai lavoratori che svolgono l’attività professionale in condizioni di caldo estremo e alle aziende, come poter richiedere la cassa integrazione ordinaria in caso di grande afa. Infatti i fenomeni climatici radicali sono stati recentemente posti in relazione con un aumento del rischio di infortunio sul lavoro.
Di conseguenza, i lavori sono protetti in caso di stop all’attività lavorativa e le aziende possono richiedere la Cigo, la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria.
In estrema sintesi, l’Inps versa quindi una somma di denaro in favore dei lavoratori la cui retribuzione è diminuita per effetto di una riduzione dell’attività lavorativa dovuta a una temporanea difficoltà di mercato o ad altri eventi temporanei.
Una modalità già prevista in generale dalle norme, ma date le condizioni straordinarie dell’ultimo mese, si è ritenuto opportuno specificare meglio la casistica per imprese e lavoratori.
Inps e Inail precisano che sono considerate ‘elevate’, le temperature superiori ai 35 gradi centigradi. Tuttavia, anche temperature inferiori a questo valore possono essere considerate idonee.
In particolare, si legge, la causale ‘eventi meteo’ è invocabile dall’azienda in caso di temperature registrate dai bollettini meteo ma anche in caso di temperature ‘percepite’.
I lavoratori protetti e il vademecum anti-caldo
Tra le professioni più a rischio, vengono indicati i lavori di stesura del manto stradale, i lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione, ma anche tutte le fasi lavorative che, in generale, avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore.
L’Inail ha inoltre pubblicato un vademecum per la gestione del caldo sul posto di lavoro. Un decalogo utile per prevenire le patologie come crampi da calore, dermatite e disidratazione. L’opuscolo, consultabile gratuitamente online, è indirizzato a lavoratori, imprese e responsabili della sicurezza sul lavoro.