Non era una comune gita in barca della domenica, non era nemmeno una rimpatriata tra colleghi, ma una vera e propria riunione di lavoro – ovviamente segreta – tra 007 italiani e israeliani. E come nei film di spionaggio, sono immediatamente spariti tutti i superstiti del naufragio sul lago Maggiore e le tracce a loro riconducibili, che potevano svelarne l’identità o i movimenti. Sono tanti i misteri che aleggiano sulla tragedia della «Good…uria», la barca turistica affondata intorno alle 19,20 di domenica scorsa al largo di Sesto Calende (in provincia di Varese), causando la morte di quattro persone: due appartenenti all’agenzia italiana Aise, Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi, un agente del Mossad ufficialmente in pensione, Shimoni Erez, e la russa Anya Bozhkova, moglie dello skipper e proprietario della house-boat Carlo Carminati. Proprio quest’ultimo è stato ufficialmente iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Busto Arsizio con l’accusa di naufragio colposo e plurimo omicidio colposo.
Le indagini
Gli inquirenti ora dovranno accertare se il 53enne abbia rispettato tutte le norme di navigazione, tenuto conto che le previsioni (forse ignorate da Carminati) annunciavano peggioramenti delle condizioni meteo e che alle 17,30 i gestori dei cantieri-porto avevano diffuso via chat l’invito a navigare sotto costa e attraccare il prima possibile. Effettivamente, poco meno di un paio d’ore dopo, una tromba d’aria potentissima – con raffiche di vento da 70 chilometri orari – ha rovesciato lo scafo, che si è subito inabissato. Le due donne affogate, probabilmente, sono rimaste intrappolate nella cabina all’interno della quale si erano rifugiate. I carabinieri del comando provinciale di Varese, coordinati dal procuratore capo Carlo Nocerino e dal sostituto procuratore Massimo De Filippo, dovranno verificare se sia stata garantita la sicurezza dei passeggeri a bordo. Quel che è certo è che l’imbarcazione poteva ospitare un massimo di 15 persone, invece ce n’erano 23 (più i due membri dell’equipaggio: lo skipper e la moglie).
Gli inquirenti hanno acquisito i documenti di immatricolazione della «Good…uria», tra cui il pescaggio dello scafo, la portabilità massima, eventuali lavori di ampliamento o ammodernamento e tutte le caratteristiche tecnico-legali utili a comprendere se fosse o meno tutto in regola. Non solo, saranno anche vagliate le comunicazioni di allerta meteo divulgate nelle ore precedenti la tempesta. Ad arricchire il fascicolo ci saranno anche le autopsie sulle quattro vittime. Il relitto, inabissatosi a 16 metri di profondità e a 150 metri dalla costa, non è stato ancora trascinato a riva. Due giorni di operazioni di recupero sono andate fallite, nonostante l’ausilio di particolari palloni ad aria compressa, che avrebbero dovuto permettere la risalita della house-boat in superficie. Lunedì, dopo essersi incagliata, è rimasta bloccata, mentre ieri, dopo un nuovo tentativo, è risprofondata di qualche metro. Oggi, qualora il terzo round di lavoro da parte degli specialisti dei vigili del fuoco dovesse risultare vano, verrà valutato l’utilizzo di una particolare gru. La perizia sullo scafo sarà fondamentale le indagini.
L’aereo perso e la gita organizzata all’ultimo
Costui, di 10 anni maggiore, reduce da attività commerciali sparse e disparate, da negozi di vestiti a pasticcerie, un’ottima padronanza della lingua bulgara per precedenti esperienze a Sofia nonché della lingua francese, domenica era alla guida della barca e sembra sia una conoscenza del circuito dei Servizi. Una delle versioni, non ufficiali, sarebbe la seguente: alla vigilia non era in programma nessuna gita sul lago, poi invece avvenuta in quanto, dopo incontri in Lombardia per lo scambio di informazioni e di documenti, gli israeliani avevano perduto l’aereo del ritorno e avevano deciso di prolungare la sosta coprendo l’intero fine settimana, fino alla partenza per la madrepatria in programma nella giornata di lunedì 29 maggio.
I misteri
Se all’interno del relitto dovesse essere trovata qualche valigetta contenente dei documenti degli 007, in caso fossero ancora leggibili nonostante l’acqua, la presidenza del Consiglio dei ministri potrebbe invocare il segreto di Stato. Così come non si conoscono i nomi dei venti sopravvissuti, la stragrande maggioranza appartenenti all’Agenzia informazioni e sicurezza esterna. Gli agenti del Mossad sono stati rimpatriati con un jet privato usato per voli sensibili ufficiali, arrivato a Milano il giorno dopo l’incidente. Nelle abitazioni che avevano preso in affitto non ci sono più tracce del loro passaggio, così come non ci sono documenti di chi – tra gli agenti segreti italiani e israeliani – è stato medicato e subito dimesso dagli ospedali della provincia di Varese.
Il proprietario della barca e della società “Love Lake” di guide galleggianti a noleggio (ora indagato) era sicuramente un uomo fidato per gli 007, una loro vecchia conoscenza. Stupisce che sappia parlare il bulgaro e, sarà solo una coincidenza, il fatto che si sia sposato con una cittadina russa. Quando sarà sentito dai pm, dovrà spiegare – tra le altre cose – cosa stessero facendo i suoi passeggeri. Prima della tragedia, si erano fermati a pranzare al ristorante “Il Verbano”, sulla sponda piemontese del lago. La gita in barca era solo la parte conclusiva di un meeting che andava avanti da alcuni giorni, e sicuramente, la location in mezzo alle acque del Maggiore era stata scelta per avere il massimo delle riservatezza. Erano pronti a tutto, tranne che a una improvvisa tromba d’aria.
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Articolo tratto dal Portale di Informazione InfoDifesa