LA VENEZIA DEI GIUSTI – NON CI SONO PIÙ I CRITICI CATTIVI DI UN TEMPO. ANCHE “LAST NIGHT IN SOHO” SCRITTO E DIRETTO DA EDGAR WRIGHT, È STATO APPLAUDITO E BEN ACCOLTO ALLE PROIEZIONI PER LA STAMPA. CONFESSO CHE PER UN PO’, FINO A QUANDO LA PIEGA DARK E GLI EFFETTI SPECIALI CON FANTASMI E PSEUDO ZOMBI NON PRENDE IL SOPRAVVENTO, IL FILM È DELIZIOSO. DOPO NON SONO RIUSCITO PIÙ A SEGUIRLO CON UNA VERA ATTENZIONE E INTERESSE, SCIVOLAVA SEMPRE PIÙ NELLA BANALITÀ E TUTTA LA COSTRUZIONE NARRATIVA ERA CHIARA… – VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
il cast di last night in soho a venezia
Non ci sono più i critici cattivi di un tempo. Anche questo film del concorso passato oggi, “Last Night in Soho”/”Ultima notte a Soho”, scritto e diretto da Edgar Wright, il Tarantino inglese, favola pop dark dedicata agli anni ’60 e alla Londra del periodo fra minigonne, pub e Petula Clark, che apre con una bella dedica a Diana Rigg, scomparso a riprese terminato, è stato applaudito e ben accolto alle proiezioni per la stampa. Confesso che per un po’, fino a quando la piega dark e gli effetti speciali con fantasmi e pseudo zombi non prende il sopravvento, il film è delizioso.
Dopo non sono riuscito più a seguirlo con una vera attenzione e interesse, scivolava sempre più nella banalità e tutta la costruzione narrativa era chiara. Siamo in Cornovaglia, oggi. La giovane orfana Eloise, come la canzone, detta Ellie, Thomasin McKenzie, vive con la nonna, la grande Rita Tushingham di “Sapore di miele” e “Non tutti ce l’hanno”, nel continuo ricordo degli anni ’60, delle sue musiche e dei suoi vestiti. Avendo vinto una borsa di studio al London College of Fashion, lascia il paesello e la nonna e viene catapultata in quel di Soho, sognando a occhi aperti il vecchio mondo.
Scappata da una coinquilina invadente, pippata e scopatrice, cero Jocasta, va a vivere nella casa vecchio stile di una certa Miss Collins, Diana Rigg. E’ la casa che sognava, ma ogni volta che si addormenta precipita negli anni ’60 inseguendo, come fosse un suo doppio, una certa Sandie, la strepitosa Anya Taylor Joy di “La regina degli scacchi”, ragazza in cerca di fortuna nel mondo dello spettacolo e dei bar di Soho.
Assieme a lei vengono fuori anche tipi e tipacci che la vogliono sfruttare e un po’ alla volta Ellie non sarà solo spettatrice di una vecchia storia, ma ci entrerà del tutto dentro, in un continuo uscire e entrare tra passato e presente dove potrebbe avere un ruolo l’ambiguo Terence Stamp, altro repertorio d’epoca.. E’ allora che la chiave thriller prenderà il sopravvento.
Anche i thriller inglesi anni ’60, alla John e Roy Boulting diciamo, ricordiamo il notevole “Twisted Nerves”, fanno parte del mondo che interessa a Wright, regista che gioca continuamente coi generi del passato e con le stravaganze autoriali, ma tutto quello che di buono aveva prodotto la prima parte del film, compreso il rapporto a specchio fra le due ragazze, con Ellie sempre più uguale a Sandie, si vanifica con lo scivolamento negli effetti speciali non controllati.
Funzionerà. E’ un film pop per un pubblico giovane che non si accontenta di molto. Per noi più vecchi ci sono la Tushingham, la compianta Diana Rigg e l’ancora in forma Terence Stamp, che fa un personaggio misterioso del pub. Buoni i numeri musicali del film.
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