La Regione Lazio, a guida centrodestra, ha ritirato il patrocinio al Roma Pride 2023. La motivazione è il sostegno in un manifesto a una “legge che introduca e disciplini anche in Italia una gestazione per altri etica e solidale”. Replicano gli organizzatori: “Motivazioni pretestuose”.
La Regione Lazio ha revocato il patrocinio al Roma Pride 2023. Lo ha comunicato la stessa Regione in una nota, affermando che “la decisione si è resa necessaria e inevitabile a seguito delle affermazioni, dei toni e dei propositi contenuti nel manifesto dell’evento intitolato ‘Queeresistenza’, consultabile pubblicamente sul sito dell’evento. Tali affermazioni – si legge ancora nella nota – violano le condizioni esplicitamente richieste per la concessione del patrocinio precedentemente accordato in buona fede da parte di Regione Lazio”.
Le motivazioni della Regione
In particolare, osserva la Regione, “il testo viola le condizioni di rispetto esplicitamente richieste nei confronti delle sensibilità dei cittadini del Lazio e rivendica l’imposizione della legalizzazione di azioni illegali e vietate dall’ordinamento italiano. La firma istituzionale della Regione Lazio non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto“.
Gualtieri: “Roma Capitale sabato in piazza con il Pride”
Il sindaco della Città metropolitana di Roma, Roberto Gualtieri, ha intanto postato un messaggio su Twitter nel quale conferma invece il patrocinio del Campidoglio alla manifestazione per i diritti lgbtq+. “Il #RomaPride è una manifestazione importante per la comunità #Lgbt+ e per tutti i cittadini che combattono le discriminazioni e sostengono i diritti”, si legge nel messaggio.
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Il testo oggetto del contendere
Il riferimento è a questo testo del Roma Pride: “Vogliamo una legge che introduca e disciplini anche in Italia una gestazione per altri (Gpa) etica e solidale, che si basi sul pieno rispetto di tutte le persone coinvolte, sulla scorta delle più avanzate esperienze internazionali e in un’ottica di piena e autentica autodeterminazione”.
“Il governo italiano ha esplicitamente dichiarato guerra alle famiglie arcobaleno, a spese delle nostre figlie e dei nostri figli. Continua inoltre a sostenere una politica oscurantista e di negazione nei confronti di temi correlati a esigenze concrete della vita di milioni di persone“, scrive ancora il Roma Pride dicendo di volersi opporre “alla nera onda conservatrice, reazionaria, clericale e bigotta che ha investito altri Paesi europei, come l’Ungheria e la Polonia“.
La Regione: “Rammarico per il fatto che patrocinio strumentalizzato”
La Regione dal canto suo “esprime altresì rammarico per il fatto che il patrocinio, concesso in buona fede da Regione Lazio, sia stato strumentalizzato. Quanto avvenuto rappresenta un’occasione persa per costruire un dialogo maturo e scevro da ogni ideologia, fortemente voluto e sentito da questa amministrazione, per promuovere una reale inclusione e combattere ogni forma di stigma e discriminazione”. La Giunta del Lazio, conclude la nota, “ribadisce il proprio impegno sui diritti civili, come dimostra, del resto, l’operato pluriennale del Presidente Francesco Rocca su temi fondamentali che però nulla hanno a che vedere con la maternità surrogata“.
Gli organizzatori: “La Regione conosceva le rivendicazioni della manifestazione”
Dura la replica degli organizzatori della manifestazione: “Dopo la concessione del patrocino al Roma Pride, il neo Governatore della Regione Lazio Francesco Rocca paga il debito elettorale a Pro Vita e ritira il patrocinio concesso con delle motivazioni pretestuose dato che la Regione Lazio conosceva le rivendicazioni e i contenuti politici della manifestazione“. Era stata proprio la onlus antiabortista Pro Vita & Famiglia a chiedere il ritiro del patrocinio, facendo riferimento alla richiesta di legalizzazione della maternità surrogata.
Il dibattito Roma Pride-Pro Vita&Famiglia
“Siamo ormai alla farsa ‘Pro Vita ordina e la politica esegue'”, dice il portavoce del Roma Pride Mario Colamarino. “Con l’ironia che ci contraddistingue ringraziamo Pro Vita per averci offerto un servizio di ufficio stampa gratuito. Grazie a loro siamo certi che sabato 10 giugno alla grande parata che partirà da Piazza della Repubblica alle ore 15.00 ci sarà una folla oceanica che crede nei diritti, nell’uguaglianza e nella laicità“, conclude Colamarino attaccando la Onlus che, a sua volta, dice di “accogliere con favore” la decisione.
Fonte Agi