LA BOMBA A OROLOGERIA DEI MEDICI NO VAX È PRONTA A ESPLODERE – L’OBBLIGO VACCINALE È SCATTATO, MA SONO TROPPI GLI ORDINI PROVINCIALI CHE SI LAMENTANO DELLE LUNGAGGINI DELLE ASL CHE NON TRASMETTONO I DATI – IL RISULTATO È CHE MOLTI DOTTORI CONTINUANO A ESERCITARE IN BARBA ALLE LEGGI E LE SOSPENSIONI RIMANGONO SULLA CARTA – A ROMA NESSUNA ASL HA COMUNICATO I NOMINATIVI DEI MEDICI NO VAX. IN CALABRIA L’ORDINE NON HA RICEVUTO UNA SOLA SEGNALAZIONE E A PALERMO IN 250 RIMANGONO A LAVORO ANCHE SE DOVREBBERO ESSERE SOSPESI…
Enza Cusmai per “il Giornale”
A Palermo, medici non vaccinati sono in servizio attivo: visitano, curano e operano, magari assistono i pazienti nei reparti Covid, senza che siano immunizzati. Salvatore Amato, presidente dell’Ordine dei medici locale, conferma che su 11mila iscritti, i 250 No Vax rimangono al lavoro perché le Asl non hanno predisposto alcuna delibera di allontanamento e l’Ordine non può cancellarli dall’albo. In Calabria, invece, l’Ordine non ha ricevuto neppure una sola segnalazione dal Dipartimento di prevenzione, quindi non si conosce neppure il numero dei medici non vaccinati. Sono esempi significativi e allarmanti.
I medici No vax sono una bomba a orologeria. L’obbligo vaccinale è scattato, per legge, lo scorso primo di aprile. Ma sono tanti gli ordini provinciali che si lamentano delle lungaggini delle Asl che non trasmettono i dati per inerzia, inefficienza o forse evitare di restare senza personale in questo periodo di crisi. Però, l’ostruzionismo è evidente. A Torino, le prime comunicazioni di sospensiva sono arrivate dalle Asl a fine agosto e le cancellazioni dell’Ordine sono scattate solo a settembre. A Roma, ad oggi, nessuna Asl ha comunicato i nominativi dei medici No Vax.
Nella provincia di Venezia, i medici sospesi sono stati una ventina, ma dall’Ordine spiegano che molte altre comunicazioni tardano ad arrivare. Non sono messi meglio gli infermieri. Anche qui circa duemila no vax circolano liberamente con la sospensiva sulla testa ma senza che l’Ordine abbia potuto spedirli a casa senza stipendio.
Sulla legge della obbligatorietà, la situazione è caotica. Tanto che il presidente della Fnomceo, ieri ha lanciato l’allarme: solo 529 medici sono stati sospesi, 120 riammessi perché «pentiti» ma gli altri mille sembrano intoccabili per mancanza di comunicazione tra Asl e Ordini territoriali. «Questi colleghi spiega Filippo Anelli – stanno lavorando senza essere immunizzati ma se vengono meno all’obbligo vaccinale devono cambiare lavoro. È una situazione inaccettabile».
Anelli spiega il perverso meccanismo di allontanamento del lavoro. La legge 60 dice che il sanitario che non si vaccina, deve essere segnalato alla Asl di riferimento e andrebbe immediatamente sospeso. Ma il condizionale è d’obbligo. Affinché medici o infermieri, possano essere allontanati dal servizio, occorre un atto formale del rispettivo ordine che ne dichiari la sospensiva ufficiale. Risultato: ad oggi molti casi di non vaccinati tra gli operatori sanitari sono sospesi solo sulla carta. Ordini e Asl non comunicano o lo fanno con mesi di ritardo, così chi non ha diritto di esercitare prosegue tranquillamente. In barba alla legge sulla obbligatorietà dei vaccini per i sanitari.
Ed è un insorgere di proteste. «Le Asl non ci comunicano i dati», confermano alla Fnopi, la federazione degli operatori sanitari. Da Roma, il presidente dell’ordine dei medici Antonio Magi tuona: «Non sono riuscito a sospendere ancora nessuno». Eppure su 46mila medici ci sarà sicuramente qualcuno non vaccinato.
Purtroppo, se l’Asl non fa l’accertamento io ho le mani legate. Non ci è permesso entrare nell’anagrafe vaccinale. Ho protestato più di una volta ma spero che non sia una mossa per non perdere personale. Noi come medici pretendiamo il green pass per chi entra in ospedale e non ci vacciniamo? Inammissibile».
Magi è scoraggiato. «Ho inviato a marzo scorso l’elenco dei nostri medici iscritti al Dipartimento di prevenzione, siamo a settembre e ancora non sappiamo niente. Probabilmente avremo i dati il 31 dicembre, quando scade la legge sull’obbligo vaccinale. E tutti saranno rimasti al loro posto, vaccinati e non». E intanto arriva una lettera firmata da circa trecento accademici contro il green pass. Il firmatario più celebre è lo storico Alessandro Barbero, che definisce discriminatorio il passaporto vaccinale: «Un conto è dire Signori, abbiamo deciso che il vaccino è obbligatorio perché è necessario, e di conseguenza, adesso introduciamo l’obbligo: io non avrei niente da dire su questo. Un altro conto è dire No, non c’è nessun obbligo, ma non puoi più andare all’università senza il Green Pass».
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