​La Kosovo Force (KFOR) ha concluso la Operational Rehearsal Training Exercise (OPREH LEVEL 2), un’esercitazione a supporto della missione KFOR che si svolge ogni due anni coinvolgendo le truppe dei paesi della NATO poste come riserva di Teatro.

In particolare l’esercitazione ha visto rischierare in Kosovo per la OPREH, in tempi rapidi, un contingente composto da uomini e donne del 9° Reggimento Alpini, al comando del Colonello Gianmarco Laurencig. Gli alpini hanno operato in scenari di controllo della folla e attività di antisommossa, esercitazioni sulla libertà di movimento e operazioni messa in sicurezza di obiettivi sensibili tutti volti a mantenere un alto livello di prontezza in totale sinergia con le controparti alleate.

Lo scenario simulato per la condotta dell’esercitazione ha visto coinvolti inoltre assetti del Regional Command West (RC-W), unità multinazionale a guida italiana su base 185° Reggimento artiglieria paracadutisti “Folgore”, al comando del Colonello Andrea Bertazzo. L’impiego degli assetti operativi e logistici di RC-W ha garantito il supporto a tutto il contingente italiano impiegato nell’esercitazione.

La OPREH 2021 aveva lo scopo principale di raggiungere la massima integrazione tra le unità fornite da Italia, Gran Bretagna, Albania, Grecia, Turchia, Bulgaria e Romania – come parte della Forza di riserva operativa – e il contingente di KFOR attualmente composto da personale di 28 differenti Nazioni.

L’interoperabilità tra le varie componenti multinazionali della Kosovo Force (KFOR), l’addestramento congiunto, la familiarizzazione e il confronto sulle differenti procedure tecnico-tattiche per il consolidamento delle capacità operative, sono stati gli obiettivi a premessa dell’atto tattico conclusivo che ha avuto luogo presso il sedime dell’ex aeroporto di Dakovica.

Al termine dell’addestramento comune delle forze in riserva per i Balcani della NATO, il comandante di KFOR, Generale di Divisione Franco Federici, ha espresso grande soddisfazione avendo potuto constatare l’ottimo livello di integrazione tra tutte le unità – “il lavoro di squadra e la coesione, sono caratteristiche necessarie per rispondere al meglio al mandato ricevuto dalla Kosovo Force, qualità e valori che i militari italiani, al pari dei colleghi dei Paesi Alleati, hanno saputo esprimere nel più stretto significato del motto “As one we progress””.

Le forze di riserva della NATO sono poste in prontezza operativa per essere tempestivamente rischierate in Kosovo nel caso, attualmente improbabile, che KFOR abbia bisogno di assistenza e forze aggiuntive per garantire il rispetto del mandato ovvero mantenere un ambiente sicuro e la libertà di movimento per tutte le comunità del Kosovo, come sancito dalla risoluzione 1244 del 1999 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

KFOR è la missione più longeva della NATO e anche la più consistente per numero di militari. L’Italia è attualmente il primo paese contributore della missione e ne detiene il comando per la 12^ volta, 8^ consecutiva; dei 3.700 militari impiegati in KFOR, circa 630 sono italiani, con una rappresentanza di personale appartenente a tutte e quattro le Forze Armate.





Articolo tratto dal Portale di Informazione InfoDifesa