Negli ultimi tre anni, la popolazione italiana è diminuita di 957mila unità, considerando il solo numero di nascite e di morti. Lo mostrano gli ultimi dati Istat sulla dinamica demografica del 2022.

L’Italia nel 2022 ha perso quasi 200.000 mila residenti. 179.416 per la precisione. La popolazione italiana al 31 dicembre ammontava a 58.850.717 unità, in calo dello 0.3% rispetto alla fine del 2021. Il numero delle nascite ha toccato un altro record negativo mentre si è registrato un numero “elevato” di decessi. Una boccata d’ossigeno arriva invece dai flussi migratori. Anche a causa dell’invasione russa dell’Ucraina, il “saldo” tra emigrazioni e immigrazioni è positivo: sono arrivate 228.816 persone: 3,9 ogni mille residenti.

In tre anni è scomparsa una città come Napoli

Toccato un altro record minimo delle nascite: sono scese per la prima volta sotto quota 400mila. Nel 1964, anno record, erano nati 1.035.207 bambini. Dal 2008 l’Italia non è in grado di rimpiazzare chi muore con chi nasce. Il deficit ha raggiunto il picco massimo nel 2020-2021 quando si è registrata una perdita di oltre 300mila persone in media ogni anno. Contando solo il saldo naturale di nascite e morti, dall’anno dello scoppio della pandemia la popolazione italiana è diminuita di 957mila unità. È come se una città come Napoli fosse sparita.

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“Forte riduzione” delle emigrazioni

Un’inversione di tendenza si registra per i flussi migratori, che sono però insufficienti a compensare la diminuzione della popolazione per cause naturali. Nel 2022, ci sono state 1.887.463 iscrizioni in anagrafe e 1.745.978 cancellazioni. Un fenomeno dovuto a incrementi moderati dei flussi migratori interni e ad aumenti più marcati delle immigrazioni dall’estero. Oltre ad una “forte riduzione” dei flussi di persone in uscita dall’Italia.

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