Rispetto a un anno fa, ci sono quasi cinquemila bar in meno. Oltre diecimila meno del 2019. Colpite anche le discoteche: con il Covid hanno chiuso in più di sei su cento. Ecco le province più interessate dal fenomeno.
Non c’è Italia senza caffé. Il detto resta vero, anche se un po’ sbiadito. Lo mostrano i dati di Infocamere-Movimprese anticipati al Sole 24 Ore. Il 2023 si è aperto con quasi cinquemila bar in meno rispetto al 2022. In totale, sono oltre diecimila in meno rispetto a prima della pandemia. Erano 169.839, oggi sono 158.625. Considerando il netto tra chiusure e aperture, a Sondrio ha abbassato i battenti un bar su quattro mentre a Macerata quasi uno su cinque.
Le discoteche: sei su cento hanno chiuso
La pandemia da coronavirus ha avuto un forte impatto sui locali. Lo mostrano anche i dati sulle discoteche, penalizzate dalle misure per arginare i contagi: quando hanno riaperto, erano alcune centinaia in meno. Delle 3.688 presenti nel 2019, sono sopravvissute in 3.455. Al netto tra chiusure e aperture, in tre anni hanno abbassato i battenti almeno sei discoteche su cento. Il fenomeno è particolarmente rilevante a Matera e Vibo Valentia dove si sono dimezzate in tre anni.
Cresciuti i ristoranti nonostante la pandemia
Un altro settore molto colpito dalla pandemia è stato quello degli alberghi. Nel 2019 erano più di 31.000, oggi sono quasi mille in meno. Se ne sono persi per strada 849: 259 solo nell’ultimo anno. In controtendenza invece i ristoranti (esclusi quelli itineranti). Rispetto al 2019, ce ne sono 8.444 in più. Non sembrano aver sofferto la crisi: il loro numero è aumentato anche durante la pandemia.