“QUELLO CHE È ACCADUTO È FOLLE. OCCORRE RIPENSARE IL CALENDARIO INTERNAZIONALE” – INFANTINO COMMENTA L’INTERVENTO DELLA ASL BRASILIANA PER INTERROMPERE IL MATCH TRA BRASILE E ARGENTINA – LA FEDERAZIONE ARGENTINA DICHIARA DI AVER RISPETTATO ALLA LETTERA LE REGOLE DAL PROTOCOLLO SANITARIO IN VIGORE IN BRASILE – LA FIFA ORA DOVRÀ DECIDERE SE ASSEGNARE LA VITTORIA A TAVOLINO ALL’ARGENTINA OPPURE…
Paolo Manzo per “il Giornale”
«Gli argentini hanno fatto la figura degli imbroglioni: sapevano di infrangere la legge brasiliana, hanno impedito all’Anvisa (l’ente sanitario che detta le regole anti covid19 nel Paese del samba, ndr) di accorgersene e, con la forza, hanno fatto scendere in campo i quattro giocatori che arrivavano dall’Inghilterra».
Entra a gamba tesa sul match tra Brasile-Argentina interrotto a sorpresa l’altroieri Flavio Bolsonaro, il figlio del presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, che invece pare abbia tentato sino all’ultimo di far riprendere l’incontro con una serie di infruttuose telefonate. «La Polizia Federale deve indagare su chi non ha preso i dovuti provvedimenti prima della partita ha continuato uno scatenato Flavio – l’Argentina dovrebbe essere punita severamente. Pelé è più grande di Maradona!».
Quasi una dichiarazione di guerra e, naturalmente, in queste ore tra Brasilia e Buenos Aires infuriano le polemiche sul match clou delle qualificazioni per Qatar 2022 sospeso dopo appena 6 minuti di gioco da un’invasione di campo degna di Hollywood della Polizia verde-oro e degli uomini dell’Anvisa. Inevitabili anche i contrasti tra la Conmebol, la Uefa latinoamericana, e la FIFA, dal momento che è stato l’arbitro, il venezuelano Jesus Valenzuela, a sospendere la partita.
E l’arbitro dipende dalla FIFA, al pari delle partite delle qualificazioni del Mondiale, ha chiarito l’ente sudamericano, per poi aggiungere che deve essere Ginevra a decidere «se, quando e dove fare rigiocare la partita». Se, invece, il match sarà deciso a tavolino, a stabilire eventuali punizioni alle due squadre dovrà essere sempre la FIFA.
Passibile di sanzioni il Brasile, che ha interrotto quasi manu militari lo svolgimento di una partita in corso ma anche l’Argentina, che ha abbandonato il campo senza provvedere al cambio dei tre giocatori fuori legge per le normative anti-Covid19 dell’Anvisa che considera l’Inghilterra «a grave rischio epidemia» per la variante delta. Dal canto suo, ieri in un laconico comunicato, la FIFA ha deplorato la sospensione del match.
«Ci rammarichiamo per le scene a cui abbiamo assistito», si legge in uno stralcio del comunicato che informa poi come «i primi resoconti ufficiali» siano già «stati inviati», che tutte «le informazioni saranno analizzate dagli organi disciplinari competenti» ed «una decisione sarà presa a tempo debito». Quando non è dato sapere.
Con il presidente Infantino che chiede la collaborazione dell’Europa, definendo «folle» quanto è accaduto e ammesso che «dobbiamo fare qualcosa per tutelare la salute dei calciatori e per questo ripensare il calendario internazionale». «Perché non ci avete avvisato venerdì quando siamo arrivati?!».
Questo chiedeva prima di lasciare il campo un infuriato Messi a Neymar, suo compagno di squadra al Psg. Il busillis di questo scandalo di fatto è tutto in questa domanda: perché la polizia brasiliana non ha avvisato subito, in aeroporto, la delegazione argentina che gli inglesi non potevano essere schierati in campo e, anzi, avendo violato la quarantena, dovevano essere espulsi?
I brasiliani ieri giuravano di essersi accorti della falsificazione dei moduli d’ingresso nel Paese degli argentini solo la mattina della partita e che, comunque, li avevano avvisati un paio d’ore prima del fischio d’inizio. Gli argentini, invece, negavano. Alla FIFA l’ardua sentenza.
LE DICHIARAZIONI DELLA FEDERAZIONE ARGENTINA
Adriano Seu per www.gazzetta.it
Il papelón mundial, ovvero la figuraccia in mondovisione, è ormai cosa fatta. Adesso si tratta di capire quali saranno le conseguenze della clamorosa sospensione di Brasile-Argentina, decisa da un intervento delle autorità sanitarie brasiliane dopo 6’ di gioco. La federazione verdeoro ha emesso un comunicato con il quale appoggia le proteste argentine, smarcandosi da presunte ingerenze nei confronti delle istituzioni locali.
Le immagini dell’incredibile Brasile-Argentina sospesa a San Paolo dopo poco più di cinque minuti: le autorità sanitarie locali sono intervenute perché i quattro calciatori argentini che giocano in Premier League (Martinez, Romero, Lo Celso e Buendía) non hanno rispettato i 14 giorni di quarantena previsti dalla normativa anti-Covid brasiliana.
In Argentina c’è la certezza di ottenere la vittoria a tavolino, ma la questione è in mano alla commissione disciplinare della Fifa che deciderà entro 72 ore dalla sospensione della sfida. Feroci polemiche per l’accaduto e per le modalità d’intervento delle autorità brasiliane, entrate in campo armate.
Nel frattempo, la delegazione argentina è rientrata in patria dopo essere rimasta rinchiusa negli spogliatoi per oltre due ore. Decisivo l’intervento dell’ambasciatore argentino, che ha scortato Messi e compagni fino all’aeroporto di San Paolo.
I FATTI
Le autorità sanitarie brasiliane hanno fatto irruzione in campo per esigere la deportazione dei quattro giocatori argentini che militano in Premier, accusati di aver dichiarato il falso nel formulario d’ingresso in terra brasiliana, omettendo di provenire dall’Inghilterra.
Secondo le norme vigenti, chiunque arrivi in Brasile proveniente dal Regno Unito dovrebbe osservare 14 giorni di quarantena, cosa non accaduta per i quattro giocatori “incriminati” (Martinez, Romero, Buendìa e Lo Celso). In seguito all’irruzione dei funzionari di Anvisa, l’Argentina ha abbandonato il campo supportata dalla decisione dell’arbitro Valenzuela, che ha preso la decisione di sospendere la sfida.
Ancora più surreale quanto accaduto nelle successive tre ore, con i giocatori argentini rinchiusi negli spogliatoi sotto la sorveglianza di funzionari armati che pretendevano di eseguire l’ordine di deportazione, mentre il Brasile si dilettava in campo dando vita a una partitella tra titolari e riserve. Per poter abbandonare lo stadio a ranghi completi e salire sul charter con destinazione Buenos Aires, la delegazione argentina ha necessitato l’intervento dell’ambasciatore.
LE POSIZIONI UFFICIALI
La direzione di Anvisa, gestita da un ex militare vicino al presidente Bolsonaro, ha sostenuto di aver sollecitato la deportazione dei quattro argentini già 24 ore prima del calcio d’inizio, imponendo la quarantena in hotel fino al momento della partenza dal territorio brasiliano.
Secondo le autorità sanitarie locali, i quattro argentini nell’occhio del ciclone avrebbero infatti dichiarato il falso nel formulario da compilare al momento dell’ingresso in Brasile, omettendo di provenire dall’Inghilterra.
La federazione argentina si è difesa dichiarando di “aver rispettato alla lettera le regole imposte dalla Conmebol e dal protocollo sanitario attualmente in vigore”. L’Afa ha inoltre aggiunto di aver concordato un preciso “corridoio sanitario” di 72 ore in linea con quanto praticato nell’ultimo anno da qualsiasi squadra straniera impegnata in Brasile.
Da parte sua, la Cbf si è schierata dalla parte della federazione argentina qualificando l’accaduto come “triste e del tutto fuori luogo”. Nel frattempo, la Conmebol ha chiarito che la sospensione della sfida è frutto di una decisione dell’arbitro, sollevando di fatto l’Argentina da qualsiasi responsabilità in merito.
GLI SVILUPPI
L’Afa nega ogni accusa in merito alle presunte false dichiarazioni contenute nei formulari compilati dalla delegazione argentina e, in tarda serata, ha fatto filtrare alla stampa una copia dei moduli citati e regolarmente compilati.
Trattandosi di una competizione regolata dalla Fifa, la questione è di esclusiva competenza del massimo organismo del calcio mondiale, che prenderà una decisione entro 72 ore tramite la propria commissione disciplinare.
Al di là delle polemiche e delle ragioni all’origine della clamorosa sospensione, a gettare pesanti ombre sull’accaduto sono i tempi e le modalità d’intervento delle autorità sanitarie locali, che hanno agito dopo tre giorni dallo sbarco in Brasile della delegazione argentina servendosi di funzionari armati (uno di loro ha addirittura avuto un duro scontro con Otamendi prima che l’Argentina abbandonasse il campo).
SCENARI
Stando alle prime indiscrezioni, sarebbero due i possibili scenari presi in esame dalla Fifa: da un lato la riprogrammazione della sfida, con le annesse difficoltà per reperire una data utile, dall’altro la decisione di assegnare la vittoria all’Argentina, con possibili sanzioni aggiuntive nei confronti del Brasile (come ad esempio la squalifica del campo e l’impossibilità di disputare in casa le prossime sfide in programma).
L’Argentina, al contrario, non rischierebbe il k.o. a tavolino perché (come chiarito dal referto arbitrale) l’abbandono del campo è avvenuto in seguito a una precisa decisione del direttore di gara. Anche nel caso in cui venissero provate le false dichiarazioni dei quattro argentini che militano in Premier, le conseguenze sarebbero esclusivamente legali, esulando dunque dall’ambito strettamente sportivo.
Intanto nel primo pomeriggio è arrivata la notizia che la Fifa ha avviato un’indagine, con i primi rapporti già al vaglio dei suoi organi disciplinari.
La Federcalcio mondiale si è detta “rammaricata delle scene che hanno preceduto la sospensione della partita tra Brasile e Argentina che hanno impedito a milioni di tifosi di godersi una partita tra due delle nazioni calcistiche più importanti del mondo. I primi resoconti ufficiali della partita sono stati inviati e queste informazioni saranno analizzate dagli organi disciplinari competenti e una decisione sarà presa a tempo debito”.