A poche settimane dalle elezioni abbiamo parlato con alcuni elettori italiani che vivono a Toronto per capire che percezione abbiano della politica nostrana. Da chi è arrivato in Canada oltre 50 anni fa a chi si è trasferito da qualche anno, tra chi lavora nella ristorazione e chi nell’istruzione. Ecco le loro voci.

In Canada, secondo l’ultimo censimento del 2021, sono oltre 500mila i cittadini che parlano italiano. Di questi, 255mila utilizzano principalmente la nostra lingua tra le mura di casa. L’Italia si respira tra i ristoranti e i quartieri dove più alta è la presenza di nostri connazionali, tra le prime generazioni, le seconde e le terze che, della lingua dei nonni, conoscono solo qualche vocabolo. Anche loro sono chiamati a votare alle prossime elezioni, ma la sensazione che prevale Oltreoceano è quella di una grande confusione e distanza nei confronti della politica nostrana.

Confusione e instabilità

Nico Dagnino, manager nel settore food e ristorazione, vive a Toronto da tre anni dopo varie esperienze all’estero. “Tutti ci riconoscono di avere un Paese fantastico, per le vacanze”, ci spiega. Quando si tratta di politica, la questione si fa più complessa. A regnare sembrano confusione e instabilità: “La domanda che ci si fa è se il sistema politico italiano di oggi sia quello giusto per i momenti che stiamo vivendo, di crisi prolungata, dove una leadership forte, più certa può essere necessaria. Sicuramente la caduta di Draghi è stata vissuta in maniera inaspettata, scioccante”. Per Dagnino “è difficile leggere le agende dei diversi partiti politici perché c’è confusione, un modo di fare politica che è molto antagonistico”, con il risultato che diventa complicato “capire i messaggi politici di una parte o dell’altra”. Ci si informa attraverso i media, ma il messaggio risulta filtrato perché, non vivendo in Italia non si conoscono “i bisogni del Paese nello specifico”. Anche se i voti all’estero vengono sempre vissuti in maniera particolare perché fatti via posta, “votare è importantissimo”.

Difficile decidere da che parte stare

Confusione vissuta anche da Alberta Peresan, pensionata, in Canada dal 1967, originaria della provincia di Udine. Peresan cerca di seguire la politica italiana, guardando giornalmente televisione e telegiornali, anche se, ci dice, “sono un po’ confusa a causa di tutti questi partiti, non sono ancora sicura che parte scegliere”. Lei, con doppia cittadinanza italiana e canadese, in tutti questi anni ha sempre votato anche se spiega: “Non so, per me che sono qua da tanti anni, che beneficio ci sia ad andare a votare”. Tra i temi che ritiene più importanti nel dibattito italiano ci sono “i rincari e il gas”. E sulla politica canadese, rispetto alla politica italiana, spiega: “La nostra (la politica canadese, ndr) mi sembra un po’ più semplice, abbiamo solo tre partiti principali. La seguo un po’ di più perché vivo qua”.

Manca il contatto degli eletti con la comunità locale

Come Peresan, anche Joe Vettese, pensionato e originario di Cassino, è arrivato in Canada nel 1967. Gli chiediamo qual è la percezione della politica italiana da qua, da Toronto: “Grande confusione – spiega – tanti partiti politici, tanti programmi confusionari”. Per Vettese, i partiti “non rispettano i punti importanti della situazione economica italiana”. “Come italiano, anche se con doppia nazionalità, italiana e canadese, per me è importante votare, anche se il nostro voto all’estero non ha grande importanza perché abbiamo pochi rappresentanti. Quando si va a votare non abbiamo troppa scelta, si presenta gente che non ha niente a che fare con la politica”, continua. “Una volta eletti – aggiunge – spariscono dalla circolazione, non c’è mai un contatto con la popolazione locale. Li vedi solo una volta ogni 7 mesi o un anno per qualche celebrazione”. “Per me il voto è importante – conclude – perché mi sento italiano, ma penso che non faccia alcuna differenza per quanto riguarda la politica italiana”.

I temi: dalla cittadinanza all’inclusione

Sara Galli è arrivata in Canada nel 2015. È insegnante di italiano e dottoranda all’Università di Toronto. Per lei, “la politica italiana è un po’ distante”. Tutti i giorni guarda il telegiornale e legge i giornali, ma “a volte è un po’ strano perché è come se la questione politica italiana ci riguardasse ma allo stesso tempo ne fossimo fuori. Negli ultimi mesi abbiamo visto che c’è stata molta confusione, schieramenti, spostamenti di partiti, di persone”. E aggiunge: “È stato un po’ difficile tenere il conto e il filo della situazione”. Tra i temi della discussione politica italiana che le stanno più a cuore, la questione della cittadinanza: “È un tema che tocca moltissimi qui perché molti vorrebbero la cittadinanza italiana e vedono quanto sia difficile in Italia per chi nasce da genitori non italiani”. E poi, l’inclusione: “Ha avuto molta risonanza la bocciatura del Ddl Zan”, spiega. Votare è un diritto e un dovere, ma “non credo ci sia molta partecipazione da parte degli italiani all’estero proprio per questa sensazione di distacco con la madrepatria”. Votando per corrispondenza, conclude, “viene un po’ a mancare il rito di andare a votare e spesso sento persone che dicono chissà se alla fine i nostri voti vengono calcolati”.

Chi può votare all’estero e come si vota

Alle elezioni politiche del 25 settembre all’estero possono votare gli elettori iscritti all’Aire (Anagrafe Italiani Residenti Estero) e gli italiani temporaneamente all’estero per almeno tre mesi per motivi di studio, lavoro o cure mediche e i loro familiari conviventi.

All’estero si vota prima: gli elettori ricevono, al loro domicilio, le schede elettorali che devono inviare, via posta, al Consolato di riferimento. Il Consolato dovrà ricevere le schede entro le 16 (ora locale) del 22 settembre. Dopo questo termine, il materiale viene inviato in Italia per lo scrutinio.

A seguito della riduzione dei parlamentari, alla circoscrizione Estero sono riservati 8 seggi alla Camera e 4 al Senato. Per la ripartizione “America settentrionale e centrale” sono 2 i seggi per la Camera e 1 per il Senato (rispettivamente 3 e 1 per “Europa”, 2 e 1 per “America meridionale”, 1 e 1 per “Africa, Asia, Oceania e Antartide”).

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