I fatti da cui originano le accuse risalgono al 17 aprile del 2020, quando il rapper aveva presentato una denuncia ai carabinieri del Trionfale per chiedere che venisse fatta luce su un banner pubblicitario del Codacons che lui riteneva ingannevole.
Il giudice dell’udienza preliminare di Roma ha prosciolto Fedez dall’accusa di calunnia nei confronti del Codacons. I fatti da cui originano le accuse risalgono al 17 aprile del 2020, quando il rapper aveva presentato una denuncia ai carabinieri del Trionfale per chiedere che venisse fatta luce su un banner pubblicitario del Codacons che lui riteneva ingannevole.
Fedez, si legge nelle carte, “accusava falsamente il Rienzi di aver pubblicato un messaggio ingannatorio sul sito internet de Codacons”. Secondo il rapper – riportano gli atti – si sarebbe “fatto credere che la raccolta fondi promossa sulla pagina internet www.codacons.it nel mese di marzo del 2020 fosse destinata alla battaglia contro il Coronavirus” e in realtà si sarebbero indotti “un numero indeterminato di utenti ad aderire alla suddetta campagna, al fine di procurarsi donazioni che invece venivano impiegate a vantaggio esclusivo del Codacons”.
Nella stessa denuncia, Fedez aveva accusato Rienzi di averlo diffamato tramite un comunicato stampa del marzo 2020 e in diversi video pubblicati su YouTube. Le accuse nei confronti dell’associazione sono state successivamente archiviate: il giudice aveva ritenuto che il Codacons avesse agito del tutto correttamente e che non vi fosse “alcuna pubblicità ingannevole, rilevando che nei banner si faceva esplicito riferimento a supporto del Codacons per al battaglia dei cittadini sul Coronavirus, rilevando, appunto, che tale è l’oggetto e la destinazione dell’associazione”.
Quindi l’associazione dei consumatori aveva contro-denunciato il rapper, finito di fronte al gup con l’accusa di calunnia. Lo stesso, sentito dal giudice, aveva spiegato che da parte sua non c’erano intenti calunniatori. La procura aveva chiesto il non luogo a procedere. Oggi, dunque, il proscioglimento.