La maggior parte degli elettori si è espresso contro il documento redatto da un’ Assemblea costituente eletta dopo le enormi proteste iniziate nel 2019. Il presidente cileno Gabriel Boric ha detto che lavorerà a un “nuovo processo costituzionale”.
Quasi il 62% degli elettori cileni ha detto no alla nuova costituzione. Il documento, che avrebbe tra l’altro dichiarato il Paese uno stato “plurinazionale” riconoscendo i diritti delle popolazioni indigene cilene, non sostituirà quindi quello approvato durante la dittatura di Augusto Pinochet. La bozza respinta avrebbe cambiato anche le istituzioni cilene, sostituendo il Senato con una Camera delle Regioni, e inserito il diritto all’aborto.
Il processo per sostituire la costituzione era iniziato nel 2019, dopo enormi proteste di massa. In un referendum indetto nell’ottobre 2020, quasi l’80% dei cileni aveva votato a favore di un nuovo progetto costituzionale. Per molti, quello sottoposto al voto di domenica e redatto da un’Assemblea i cui membri erano stati scelti dagli elettori, si è però rivelato troppo radicale. Il presidente cileno Gabriel Boric, che aveva sostenuto la nuova costituzione, ha detto che lavorerà con il Congresso e la società civile per elaborare un nuovo processo costituzionale. “Dobbiamo ascoltare la voce del popolo”, ha detto Boric, aggiungendo di voler continuare a lavorare per raggiungere una proposta che “ci riempia di fiducia e ci unisca tutti”.
Fonte Adnkronos