È stato individuato e fermato un detenuto che lo scorso marzo era riuscito a scappare grazie a un permesso ottenuto per andare in cimitero.

La vicenda

È finita la fuga di un detenuto che era riuscito a fuggire dal carcere di Como grazie a un permesso ottenuto per visitare la tomba della madre. Dopo quattro mesi, Massimo Riella – questo il suo nome – è stato individuato e fermato a Podgorica, in Montenegro.È stato il servizio di cooperazione internazionale dell’Interpol a comunicare la notizia al Nucleo investigativo della Polizia penitenziaria, che da tempo era sulle sue tracce. “Ho manifestato al direttore del Nic, Augusto Zaccariello, le mie congratulazioni per la cattura dell’evaso, chiedendogli di esternarle a tutto il personale del Nucleo e, in particolare, del Nir della Lombardia, per il contributo determinante prestato nella lunga e complessa attività di indagine, che ancora una volta dimostra la grande professionalità del nostro personale”, ha commentato il capodel del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Carlo Renoldi.

Come ricostruisce La Provincia di Como, in questi mesi Riella era riuscito a eludere ogni tipo di caccia all’uomo grazie anche alle sue abilità nella caccia, ad alcuni nascondigli ricavati nei boschi e all’aiuto che avrebbe ricevuto da alcune persone del posto. Ad un certo punto, sembrava che la sua fuga stesse per finire: un agente era riuscito ad incontrarlo e aveva provato a convincerlo ad arrendersi. Alla fine, però, il tentativo era andato in fumo e Riella aveva fatto di nuovo perdere le tracce.

La svolta è arrivata nelle ultime ore. La testata scrive che si sapeva che Riella era in Montenegro almeno dalla fine di giugno e, grazie a delle complesse indagini e alla collaborazione con le autorità del Paese, si è riusciti a localizzare il punto preciso. Come scrive Il Corriere della Sera, resta ora da capire come sia riuscito ad allontanarsi così tanto e se qualcuno lo abbia aiutato in questa fuga.

Fonte Adnkronos

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Articolo tratto dal Portale di Informazione InfoDifesa