Jeff Joy, una delle poche donne inserite nell’elenco dei latitanti più ricercati, è stata estradata in Italia. Ricercata dal 2010, deve rispondere di associazione per delinquere, riduzione in schiavitù, tratta di persone, sfruttamento della prostituzione.
È finita la latitanza di Jeff Joy, una delle poche donne inserite nella lista dei fuggitivi più ricercati. Il ministero della Giustizia ha fatto sapere che è stata estradata in Italia grazie alla collaborazione con le autorità nigeriane di Abuja e l’Interpol. Portata al carcere di Rebibbia, deve scontare una pena residua di 13 anni di reclusione.
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Chi è Jeff Joy
Secondo quanto riferisce il ministero, “la donna risulta inserita, con ruoli di rilievo, in un’associazione criminale transnazionale dedita alla tratta di esseri umani“. In base alle indagini svolte, Jeff Joy aveva più nel dettaglio un compito di primo piano nel favorire l’arrivo delle ragazze in Italia, Olanda e Spagna, dove venivano poi costrette a prostituirsi con l’uso di violenze e minacce di ogni genere, estese anche ai familiari rimasti in patria.
La pericolosità di Jeff Joy è legata anche al fatto che viene considerata un’esponente di spicco della mafia nigeriana, una delle organizzazioni criminali emergenti più potenti al mondo e oggetto di un monitoraggio capillare in ogni Paese da parte del segretariato generale Interpol.
I reati contestati
Jeff Joy era ricercata per associazione a delinquere, riduzione in schiavitù, tratta di persone e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Per rintracciarla, l’Italia aveva emesso un cosiddetto red notice, motivo per cui l’ex latitante era stata arrestata in Nigeria lo scorso 4 giugno dai locali servizi di intelligence. Il ministero della Giustizia fa sapere che la sua estradizione è stata possibile grazie a un accordo su questo tema stretto con la Nigeria ed entrato in vigore il 15 ottobre 2020, e che “rappresenta un primo importante esempio di collaborazione con le autorità di Abuja, nella prospettiva di un comune contrasto alle mafie nigeriane“.
Fonte Agi