Con l’arrivo della neve anche a basse altitudini e latitudini, cresce la platea dei frequentatori occasionali della montagna. Le escursioni invernali, però, presentano una serie di difficoltà ulteriori rispetto alle uscite nella bella stagione. Ecco le raccomandazioni del Soccorso alpino per limitare i rischi durante le gite sulla neve.

L’inverno che stentava ad arrivare, nelle ultime settimane ha finalmente portato la neve su tutti i principali rilievi della Penisola. Per il settore della montagna si tratta di una boccata di ossigeno dopo un dicembre disastroso, soprattutto in Appennino, sul fronte turistico.

Le attività legate alla neve sono infatti tantissime, con le località di montagna che registrano una stabile crescita delle alternative allo sci di discesa, come passeggiate, ciaspolate e itinerari scialpinistici. Con l’aumentare della presenza di escursionisti, si registra però purtroppo anche una crescita degli incidenti, spesso con esiti fatali. Abbiamo parlato con Simone Alessandrini, viceresponsabile nazionale della comunicazione del corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico (Cnsas) e, con il suo aiuto, abbiamo stilato una guida degli accorgimenti e delle regole da seguire per godersi la montagna invernale in sicurezza.

“Le recenti nevicate in tutto l’arco alpino e appenninico delle ultime settimane hanno cambiato il terreno, sia alpinistico che escursionistico, e di conseguenza cambiano le regole e le buone norme da seguire quando si organizza una gita”, spiega Alessandrini. Ecco quindi un elenco di buone norme da seguire prima di mettersi in cammino.

Consultare il meteo

La prima regola da seguire è quella di consultare il bollettino meteo-nivologico, aggiornato costantemente, che dà una panoramica del rischio valanghe a seconda anche della tipologia di neve, che viene monitorata dai tecnici del Soccorso alpino specificamente formati con apposite rilevazioni.

I bollettini che si possono consultare sono quelli delll’associazione interregionale di coordinamento e documentazione per i problemi inerenti a neve e valanghe, Aineva, e quello di Meteomont, che è un servizio svolto del ministero della Difesa.

Abbigliamento adeguato

L’abbigliamento deve riuscire a mantenere la termoregolazione del corpo, quindi nello specifico è necessario: uno strato termico che può essere un piumino o un secondo strato come un pile, una giacca che protegga dal vento e, da tenere nello zaino, anche un ulteriore guscio impermeabile in caso di neve o pioggia. Chiaramente calzature idonee con membrane impermeabili perché nel momento in cui si ha un problema e si allertano i soccorsi, rimanere fermi nella neve senza una calzatura adeguata porta a un rapido abbassamento della temperatura corporea. Sono infatti piedi e mani che irradiano la sensazione di freddo a tutto il corpo e portano all’ipotermia. Per la stessa ragione sono necessari anche guanti e cappello.

Recentemente è stato resto obbligatorio per legge il possesso di un kit per la ricerca di dispersi in valanga che si compone di Artva (un dispositivo elettronico che emette un segnale radio acustico da utilizzare nel caso si rimanga intrappolati sotto la neve), pala e sonda per le escursioni sulla neve. Quello che però mi sento di dire è che non è sufficiente la dotazione del kit, ma è necessario anche saperlo utilizzare, perché soprattutto in inverno l’autosoccorso è ciò che riesce a salvare chi viene travolto da una valanga. La valanga ha sicuramente la sua incidenza di mortalità, però chi viene travolto ha sicuramente una maggiore possibilità di salvarsi se viene estratto nei primi 15 minuti, si tratta di tempi strettissimi: dalla chiamata di soccorso, l’arrivo dell’elicottero e delle squadre e l’inizio della ricerca, 15 minuti potrebbero essere già passati. Diventa quindi cruciale l’autosoccorso ed è fondamentale che tutti i componenti della gita ne siano dotati e che sappiano come comportarsi.

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Valutare la scelta del percorso in base alla propria esperienza

Per chi si approccia alla montagna invernale per la prima volta, il consiglio è quello di scegliere percorsi dedicati e già battuti appositamente per le ciaspole, di diverse difficoltà, presenti in tantissime località.

Per chi ha già un po’ di esperienza, ma si approccia a percorsi nuovi, uno strumento utilissimo per valutare la fattibilità di una escursione è quello delle numerose guide disponibili sia online che in formato cartaceo. Quelle in vendita in libreria hanno sicuramente un maggiore margine di affidabilità, soltanto perché diversi portali online permettono a chiunque di caricare un itinerario e quindi sono più soggetti ad errore. Se si vuole rimanere sul web, un’ottima risorsa sono i siti delle diverse sezioni del Club alpino italiano (Cai) e quello del Collegio delle guide alpine

Importantissimo è però ricordarsi di consultare le relazioni invernali di un dato percorso: la via di salita a una vetta estiva e la stessa via di salita invernale sono spesso diversi proprio perché chi ha tracciato quella invernale ha tenuto conto di una serie di rischi. Per tornare alla ciaspolata, le racchette da neve sono strumenti adatti a passeggiate con pendenze blande, ma non a percorsi che magari in estate sono considerati escursionistici, ma che in inverno diventano alpinistici. Per fare esempi concreti possiamo pensare alle vie escursionistiche di salita più semplici del Gran Sasso, che in inverno richiedono invece attrezzatura e preparazione alpinistici dove l’uso delle ciaspole è totalmente fuori luogo.

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I corsi e le guide

Nel caso ci si volesse spingere oltre i percorsi base accessibili a tutti e approcciarsi a escursioni più tecniche, esistono due possibilità: da un lato ci sono apposti corsi di escursionismo, alpinismo e scialpinismo, e dall’altro c’è la possibilità di affidarsi a guide specializzate all’accompagnamento in montagna.

Il Club alpino italiano, tramite le sue commissioni, come quella escursionismo e le scuole di alpinismo e scialpinismo, tiene corsi sia di avvicinamento, quindi escursionismo base e invernale, o alpinismo di base, ma anche corsi avanzati che consentono di frequentare le terre alte con una maggiore consapevolezza rispetto a una esperienza da autodidatta, benché in montagna il rischio zero non esista.

Esiste poi la possibilità di partecipare a escursioni, di vario livello di difficoltà, organizzati dal Collegio delle guide alpine che, ricordiamo, sono le uniche titolate ad accompagnare le persone in ascensioni su roccia, ghiaccio o in escursioni in montagna.

Cosa fare in caso di emergenza

La prima cosa che consigliamo, è quella di scaricare e attivare l’app sviluppata dal Soccorso alpino in collaborazione con il Cai, che si chiama GeoResq che consente sia il tracciamento della gita ma soprattutto l’invio di un segnale sos che viene ricevuto direttamente, unitamente alle coordinate del richiedente aiuto, alle centrali GeoResq che sono gestite direttamente da tecnici del Soccorso alpino che poi inviano le squadre nel minor tempo possibile.

In mancanza dell’app, il numero da chiamare è il 112, il numero unico per l’emergenza europeo, cercando di essere il più precisi possibile nell’indicare cosa è accaduto, quando è accaduto, dove ci si trova e quali sono le condizioni dell’infortunato. Si sconsiglia sempre di andare in montagna da soli perché in caso di necessità una seconda persona può essere cruciale per la richiesta di aiuto, anche sol banalmente per raggiungere un luogo in cui ci sia campo per telefonare. Un’altra raccomandazione è quella di rimanere nel punto indicato dalle squadre e di tenere il telefono libero ed preservare la batteria. Nel caso di escursione invernale è importante tenere il telefono nelle tasche interne perché il freddo scarichi la batteria.

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