Dal 2 al 5 giugno la regina d’Inghilterra Elisabetta II festeggerà il “Giubileo di platino”. A 96 anni è la sovrana britannica che ha regnato più a lungo: ha avuto modo di assistere a molti eventi fondamentali per la storia dell’Occidente e l’occasione di incontrare tutti i grandi leader del presente e del passato. Ripercorriamo i momenti più importanti per i suoi 70 anni di regno.
Il 6 febbraio 2022 Elizabeth Alexandra Mary Windsor, meglio nota come Elisabetta II, regina d’Inghilterra ha raggiunto il traguardo dei 70 anni di regno. Così, dal 2 al 5 giugno il Regno Unito celebrerà la sua sovrana con cinque giorni di festeggiamenti. Il programma è fittissimo di eventi: parate, corse dei cavalli e balli reali. Per gli inglesi sarà festa nazionale.
Dalla morte del consorte, il principe Filippo di Edimburgo, si vociferava che la regina avesse problemi di salute abbastanza gravi. Invece, sorprendendo tutti, nelle scorse settimane Elisabetta ha presenziato a diversi appuntamenti pubblici, dopo aver mancato la cerimonia d’apertura del Parlamento. Anche il suo videomessaggio ai sudditi pubblicato ieri sera lascia trapelare ottimismo per il futuro: “Continuo a essere ispirata dalla vostra buona volontà verso di me e spero questi giorni ci diano l’opportunità di riflettere su tutto cià che abbiamo conseguito negli ultimi 70 anni, mentre guardiamo al futuro con fiducia ed entusiasmo“, dice Elisabetta, ringraziando tutti coloro che si sono adoperati e partecipano ai festeggiamenti. Nonostante l’invidiabile forma fisica e lucidità mentale, nel corso degli anni la sovrana ha dovuto affrontare momenti non facili. Ecco alcuni tra gli episodi clou del suo regno.
La morte del padre Alberto e l’ascesa al trono
6 febbraio 1952: la prima data fondamentale per ripercorrere la “carriera” della longeva monarca. Elisabetta era in Kenya per affrontare l’impegnativo tour dei Paesi del Commonwealth. Alle 7.30 di mattina di quel 6 febbraio suo padre, il re Giorgio VI, nato Albert Frederick Arthur George, venne trovato morto nel suo letto di Sandringham House, la residenza della Famiglia Reale nel Norfolk. Durante la notte si era spento per una trombosi coronarica: aveva solo 56 anni ma il suo fisico era minato da diversi problemi di salute, anche per la sua condizione di accanito fumatore. Per questo, alla sua morte, l’adorata figlia maggiore si trovava in Kenya (Elisabetta aveva una sorella più piccola, Margaret, contessa di Snowdon, deceduta nel 2002). Avvisata telefonicamente della scomparsa del padre, Elisabetta rientrò immediatamente a Londra e scese dall’aereo vestita a lutto: a partire da quel momento non sarebbe più stata solo “Elisabetta”, era diventata la regina d’Inghilterra. L’incoronazione sarebbe avvenuta un anno dopo, il 2 giugno 1953, nell’abbazia di Westminster: la cerimonia venne seguita in diretta televisiva da milioni di persone in tutto il mondo.
Il disastro di Aberfan: la prima volta che la regina pianse in pubblico
Il 21 ottobre 1966, alle 9.15 del mattino, gli abitanti del villaggio di Aberfan, nel Galles meridionale, vennero travolti da una frana che uccise 144 persone, di cui 116 bambini. Il villaggio si trovava ai piedi di una collina dove, per oltre 50 anni, erano stati accumulati i rifiuti ottenuti dall’attività di scavo delle miniere vicine. Il disastro avvenuto nel villaggio di minatori è stato un momento importante per la regina per due ragioni. La prima è la polemica che si scatenò quando Elisabetta II visitò Aberfan solo 8 giorni dopo l’avvenimento. Un ritardo che portò i detrattori della regina a criticarla duramente e a farlo definire dalla stessa Elisabetta, secondo parole del suo segretario privato, “il suo più grande rimpianto“, per aver mancato in quell’occasione ai suoi doveri di sovrana. La frana di Aberfan però ricorda anche la prima volta in cui Elisabetta pianse in pubblico. È davvero raro vedere la regina scomporsi di fronte ai suoi sudditi: il suo aplomb è noto in tutto il mondo. Invece, in quell’occasione, non riuscì a trattenere le lacrime.
La fine dell’apartheid in Sudafrica
Nel 1994 Nelson Mandela, anche chiamato “Madiba” dal suo popolo, diventò il primo presidente nero del Sudafrica. Il partito di Mandela, l’African National Congress ,vinse infatti le prime elezioni libere del Paese, dopo oltre 40 anni di apartheid. La politica di segregazione razziale istituita nel 1948 dal governo di etnia bianca del Sudafrica presieduta, fino al ’54, da Daniel François Malan, si era infatti dissolta pochi anni prima, nel 1991. Con la fine dell’apartheid Elisabetta potè tirare un sospiro di sollievo: la situazione sudafricana era infatti motivo di preoccupazione per la regina. La sovrana riteneva che imporre sanzioni economiche al governo razzista fosse assolutamente necessario, visione invece non condivisa dalla “lady di ferro” Margaret Thatcher. La premier riteneva all’epoca che queste avrebbero pesantemente danneggiato il commercio britannico e decise di firmare l’accordo, stipulato durante l’incontro delle Bahamas con i leader del Commonwealth del 1985, solo quando la parola “sanzioni” venne cambiata con “segnali”. In questo modo però venne indebolita l’efficacia del documento. Nel 1986 invece il Congresso americano approvò il “Comprehensive anti-apartheid act“. In questo modo, progressivamente isolato, il regime imposto in Sudafrica venne sfaldandosi. Con l’elezione di Mandela il Paese respirò di nuovo la democrazia e tra Madiba ed Elisabetta, che visitò il Paese nel 1995, nacque un rapporto di rispetto, ammirazione reciproca e amicizia talmente stretto che sembra che il premier sudafricano fosse l’unico a chiamarla per nome.
I funerali di Lady Diana
Quando nel 1981 il principe Carlo d’Inghilterra, erede al trono, e Diana Spencer si sposarono con una cerimonia da favola trasmessa in mondovisione, nessuno avrebbe mai pensato che quel matrimonio così invidiato si sarebbe anni dopo trasformato in una tragedia. I due vissero anni burrascosi, Carlo si innamorò di un’altra (la sua attuale moglie, Camilla Parker Bowels), la separazione ufficiale nel 1992 e il divorzio, che arrivò nel 1996, vennero accolti con grande imbarazzo dalla famiglia reale. Inoltre, il rapporto tra Diana e la regina Elisabetta II non fu mai molto disteso. Solo un anno dopo l’ufficializzazione del divorzio, nell’agosto 1997, la principessa perse la vita a soli 36 anni in un tragico incidente nella città di Parigi. La macchina su cui viaggiavano lei, il fidanzato, l’imprenditore Dodi Al–Fayed, e il loro autista, Henri Paul, andrò a schiantarsi contro uno dei pilastri del Pont de l’Alma.
Nonostante Diana avesse perso lo status di “altezza reale” e si fosse allontanata dalla Royal family, la regina Elisabetta diede l’assenso affinché venissero celebrati per “la principessa triste” (così molti ricordano Diana) funerali pubblici in diretta televisiva. Duemila persone parteciparono in presenza all’abbazia di Westminster, due miliardi e mezzo di persone seguirono l’evento in tv. In quest’occasione la sovrana infranse diversi protocolli reali. Il primo fu quello di mettere lo stendardo reale inglese sulla bara della defunta principessa del Galles. Elisabetta poi fece un gesto che ruppe ogni schema: si inchinò al passaggio della bara. Secondo il cerimoniale, infatti, la regina non deve piegare il capo di fronte a persone che siano di rango inferiore. Alcuni videro l’ennesimo tentativo della sovrana di salvare le apparenze, altri invece lo interpretarono come un segno di riconciliazione tra la monarca e la nuora con cui aveva avuto un rapporto tanto conflittuale.
Lo scandalo del principe Andrea
Nel 2019 la Famiglia reale britannica è stata investita dallo scandalo che ha coinvolto per diversi anni il secondogenito di Elisabetta II, Andrea, ottavo in linea di successione. All’epoca infatti al duca di York sono state rivolte pesanti accuse da Virginia Roberts Giuffré, una delle ragazze coinvolte nel traffico, sfruttamento e abuso di minori messo in piedi dall’imprenditore statunitense Jeffrey Epstein, suicidatosi in carcere, e dalla compagna Ghislaine Maxwell. Poco tempo dopo la morte di Epstein, Giuffré ha denunciato pubblicamente di essere stata costretta dall’imprenditore, quando era ancora minorenne, ad avere rapporti sessuali con il principe Andrea che aveva con Epstein un rapporto di amicizia abbastanza stretto. Le violenze si sarebbero consumate nella casa di Maxwell a Londra e nelle residenze di New York e delle Isole Vergini di proprietà di Epstein. Il principe ha sempre negato il suo coinvolgimento nella vicenda e, anche su consiglio dei suoi familiari, Andrea ha di recente risarcito Giuffré con una cospicua somma (i media britannici parlano di 12 milioni di sterline) per ottenere l’archiviazione della causa ed evitare il processo. Tuttavia, Andrea, per ordine della regina e dell’intera famiglia reale, si è visto revocare tutti i gradi e gli onori militari di cui era stato insignito, gli incarichi di rappresentanza ed è stato anche privato del diritto di essere chiamato “Altezza reale”.
Lo strappo (ricucito?) con Harry e Meghan
Tra i recenti dispiaceri familiari, la regina Elisabetta ha anche dovuto gestire la rinuncia ai privilegi e agli obblighi reali e l’allontanamento del principe Harry, duca di Sussex, e della moglie, l’attrice Meghan Markle. Dopo il matrimonio dei due, avvenuto il 19 maggio 2018 nella Cappella di San Giorgio al Castello di Windsor, infatti, i rapporti tra la famiglia reale e i coniugi erano diventati molto tesi e hanno portato allo “strappo” che i media hanno definito “Megxit” (il termine, che ricorda quello della “Brexit”, è stato criticato dallo stesso Harry che ai tempi lo definì “misogino” e di recente è riuscito a farlo cancellare dalle trasmissioni delle Bbc). Nell’aprile 2019 quindi Harry e Meghan hanno deciso di lasciare, metaforicamente e fisicamente, Buckingham Palace, rinunciando allo status di “reali” e trasferendosi negli Stati Uniti, Paese dove è nata e cresciuta l’attrice. Una “fuoriuscita” tutt’altro che serena. Infatti, solo un mese dopo, è stata resa pubblica sulla Cbs la famosa intervista con la regina della tv statunitense, Oprah Winfrey. In quell’occasione sono “volati stracci”, come si suol dire: le critiche contro la Royal family sono state durissime. Entrambi gli ex “reali” hanno accusato la famiglia di essere “soffocante”, di non dare loro “sostegno e comprensione” e, cosa gravissima, di aver fatto commenti razzisti sulla pelle della duchessa e del bambino che all’epoca aspettava. “Ho capito che dovevamo andarcene perché Meghan stava troppo male“, ha detto Harry. E ha aggiunto, facendo riferimento alla madre Diana: “Non potevo permettere alla storia di ripetersi”.
Da questi eventi è passato un anno e i rapporti sembrano essersi distesi: i due, infatti, hanno rivisto in alcune occasioni i membri della Famiglia reale. Harry e Meghan saranno presenti anche ai festeggiamenti della regina, a cui però hanno promesso che manterranno un “profilo basso“. Sarà decisamente difficile per una coppia che è sempre al centro delle cronache mondane di tutto il mondo. Fatto sta che le loro apparizioni si limiteranno allo stretto necessario: sono stati esclusi da diversi eventi e, poco ma sicuro, non appariranno fuori dal balcone di Buckingham insieme al resto della famiglia, come avviene spesso per tradizione.
La morte del principe consorte Filippo
Il 9 aprile 2021 Elisabetta ha annunciato al mondo la morte del marito Filippo, duca di Edimburgo, spentosi alla veneranda età di 99 anni. La regina era appena 13enne quando i due lontani cugini si conobbero e innamorarono, anche grazie all’influenza dello zio del duca, Louis Mountbatten, nipote della regina Vittoria e ultimo viceré d’India. In 73 anni di matrimonio, la storia d’amore reale (in tutti i sensi) si è trasformata in un profondo sodalizio di reciproco sostegno. Elisabetta e Filippo hanno affrontato insieme non solo i momenti difficili per la Corona, ma anche i tempi sereni. Dopo il loro primo incontro, la futura regina aveva confessato alla sorella Margaret: “Ho conosciuto un ragazzo bello come un vichingo”. Per la regina la perdita di Filippo è stata un duro colpo, molti temevano il peggio. Ma Elisabetta ha dimostrato ancora una volta nella sua lunga vita di possedere una qualità importante per una regina: la resilienza.