All’età di 58 anni è scomparso Gianluca Valli. Era ricoverato a Londra, dove era in cura per un tumore al pancreas contro cui combatteva dal 2017. Le condizioni dell’ex calciatore, allenatore e capo delegazione della Nazionale si erano aggravate negli ultimi giorni.

Gianluca Vialli è morto a 58 anni a Londra, dove era in cura per un tumore al pancreas contro cui combatteva dal 2017.

La notizia dell’aggravarsi delle sue condizioni era arrivata alcuni giorni fa: Vialli era stato ricoverato nella clinica in cui aveva già sostenuto precedenti cure per la malattia di cui soffriva. Nella capitale inglese il campione viveva con la famiglia, la moglie Cathryn White Cooper, con cui era sposato dal 2003, e le due figlie Olivia e Sofia, e lì è stato raggiunto anche dalla madre Maria Teresa, 87 anni.

Vialli è tra i nove calciatori, unico attaccante, ad aver vinto tutte e tre le principali competizioni Uefa per club e detiene il record assoluto di realizzazioni in una singola edizione della Coppa Italia. Tra squadre di club, Nazionale Under 21 e Nazionale A ha disputato 737 partite segnando 286 reti: nel 2015 è stato inserito nella ‘Hall of Fame‘ del calcio italiano.

Cremonese, Samp, Juve e Chelsea: le vittorie

Gianluca Vialli nasce a Cremona il 9 luglio 1964. Il più piccolo di cinque figli, si avvicina al calcio fin da bambino e a 9 anni inizia la sua carriera nelle giovanili del Pizzighettone. Una passione, quella per il pallone, che influenzerà tutte le sue scelte di vita. Nel 1978 passa alla Cremonese, dove esordisce in prima squadra due anni dopo. Gli impegni sportivi lo costringono a lasciare gli studi, che riprenderà successivamente, diplomandosi come geometra solo nel 1993.

Nel 1984 passa alla Sampdoria con cui esordisce in serie A. Con i blucerchiati Vialli gioca otto campionati conquistando tre Coppe Italia (1984-85, 1987-88 e 1988-89), una Coppa delle coppe (1989-90) e uno scudetto (1990-91). È durante l’avventura con la Samp che avviene l’incontro tra Vialli e Roberto Mancini, l’amico di una vita con cui ha condiviso anche la recente avventura della Nazionale all’Europeo.

Vialli approda nella stagione 1992-1993 alla Juventus, dove alza altri trofei prestigiosi: una Coppa Uefa, una Supercoppa italiana, un altro scudetto e una Champions League. La vittoria in Champions, l’ultima per il club, arriva il 22 maggio 1996, quando i bianconeri battono l’Ajax ai rigori (5-3) e Vialli alza la coppa con la fascia di capitano al braccio. Un trofeo atteso dal ’92 quando, durante la sua prima finale, con la Samp aveva perso a Wembley 0-1 il match contro il Barcellona.

Nel 1999 il campione ha terminato la sua carriera calcistica al Chelsea, dove si era trasferito nella stagione 1996-1997. Con il club inglese ha raggiunto altri successi come la Coppa d’Inghilterra, la Coppa delle coppe, la Coppa di Lega e la Supercoppa europea. Nel 1998, dopo le dimissioni del tecnico Ruud Gullit, vestirà anche il duplice ruolo di giocatore/allenatore, vincendo un’altra Coppa d’Inghilterra e un Charity Shield (la sfida che mette di fronte la vincitrice della Premier League e quella della FA Cup). Nel 2001 è diventato allenatore del Watford, esonerato poi l’anno seguente.

L’avventura in Nazionale

Anche con la maglia azzurra, Vialli è stato una delle stelle più luminose della storia del calcio italiano. Capocannoniere dell’Europeo Under 21 nel 1986, tra il 1985 e il 1992 ha totalizzato 59 presenze e 16 reti in Nazionale, giocando ai Mondiali di Messico 1986 e Italia 1990 e all’Europeo in Germania Ovest del 1988.

Il 9 marzo 2019 era stato nominato dalla Figc, insieme a Francesco Totti, ambasciatore italiano per Euro 2020 e dal novembre 2019 era diventato capo delegazione della Nazionale, ritrovando l’amico e collega Roberto Mancini nelle vesti di Commissario tecnico. Di recente aveva dovuto lasciare temporaneamente il ruolo a causa del nuovo aggravarsi della malattia. Della magica vittoria a Euro 2020 entrerà nella storia l’immagine del lungo e commosso abbraccio con Mancini. Proprio in occasione del trionfo all’Europeo, Vialli era stato nominato Commendatore dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

La malattia

Aveva scoperto la malattia nel 2017, quando gli era stato diagnosticato un tumore al pancreas. Poco prima dell’Europeo aveva definito il cancro ‘un compagno di viaggio indesiderato’. “È salito sul treno con me e io devo andare avanti, viaggiare a testa bassa, senza mollare mai, sperando che un giorno questo ospite indesiderato si stanchi e mi lasci vivere serenamente ancora per tanti anni perché ci sono ancora molte cose che voglio fare“, aveva detto.

A marzo Alessandro Cattelan aveva intervistato Vialli nel programma Netflix ‘Una semplice domanda’. Il campione aveva raccontato: “Sono convinto che i nostri figli seguano il nostro esempio più che le nostre parole. Ho meno tempo di essere da esempio, adesso che so che non morirò di vecchiaia. Ogni mio comportamento mi porta a ragionare così. In questo senso cerco di essere un esempio positivo: cerco di insegnare loro che la felicità dipende dalla prospettiva con cui guardi la vita, che non ti devi dare delle arie, ascoltare di più e parlare di meno. Ridere spesso, aiutare gli altri. Questo è il segreto della felicità“.

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