L’introduzione dell’obbligo vaccinale “è una decisione politica e autonoma di ciascuno Stato membro e completamente svincolata dalle agenzie”. Lo spiega in un’intervista al Corriere della Sera Guido Rasi, già direttore di Ema, ora consigliere del commissario Figliuolo, aggiungendo che “quella europea ha già rilasciato una decisione definitiva. Ha usato lo strumento dell’approvazione condizionale che impone ulteriori misure al produttore, ma nulla ha a che fare con la validità legale né con la completezza della sperimentazione. Le indicazioni per i quattro vaccini attualmente in uso in Europa sono quindi definitive. Hanno completato tutte e tre le fasi sperimentali canoniche richieste da Ema. Come per tutti gli altri 1.000 e più prodotti approvati in 25 anni. Le uniche condizioni imposte da Ema riguardano garanzie circa la qualità del prodotto. Oggi sono state vaccinate 5 miliardi di persone, parlare di fase sperimentale è ridicolo”.

La copertura vaccinale che metterebbe al sicuro l’Italia dalla ripresa dell’epidemia, secondo Rasi, sarebbe “probabilmente un 80% molto omogeneo. Purtroppo la variante Delta ha fatto perdere almeno un 14% di efficacia sulla capacità di prevenire l’infezione. Questi numeri sono quindi soggetti a continua verifica, come abbiamo imparato con questo virus. L’omogeneità territoriale è fondamentale. Le disomogeneità riducono grandemente l’efficienza di una vaccinazione di massa. Dove le percentuali scendono si creano focolai di infezione, si sovraccaricano le strutture ospedaliere, si rimette in circolazione il virus e nei focolai si favorisce l’insorgenza di varianti. La Delta si è diffusa proprio così, in India, nelle regioni a minore tasso di immunizzazione. Non dimentichiamo le esplosioni di focolai di morbillo nelle zone dove i bambini non venivano vaccinati e la rabbia per le morti evitabili. L’obbligatorietà ha rapidamente ristabilito la sicurezza e i casi di morbillo sono drasticamente scesi”.

La struttura commissariale “punta all’80% fissato dal Comitato tecnico scientifico – prosegue Rasi – rimodulato rispetto al 70% inizialmente programmato, proprio per compensare disomogeneità territoriale e gli effetti della variante Delta. Rimane da verificare l’impatto della Delta nei bambini. La macchina vaccinale è oramai rodata e consente grande flessibilità. Le dosi ora sono disponibili. Dovremo monitorare molto attentamente la popolazione da 0 a 12 anni alla luce della variante Delta che negli Usa sta causando un numero crescente di ricoveri anche in questa fascia d’età. L’apertura delle scuole sarà una verifica. Le prossime 3 o 4 settimane saranno dirimenti. Sulla terza dose per tutti e se sia necessario il via libera di Ema? Non è strettamente vincolante, ma è consigliabile. Il declino nel tempo dell’immunità, sia indotta da vaccino che naturale, è oramai documentato anche se purtroppo non esiste un test che con assoluta certezza discrimini un individuo protetto da uno non protetto. Ci aspettiamo anche sostanziali differenze per fascia di età. Fda farà una prima riunione sulla terza dose e la popolazione generale il 17 settembre (sui fragili ha già dato via libera) ed Ema per fine mese comunicherà se ritiene di avere elementi sufficienti per pronunciarsi. Ovviamente per popolazioni ad alto rischio come gli immunodepressi è ragionevole decidere rapidamente a livello nazionale, esattamente come è orientata la nostra agenzia Aifa”.





Agenzia Stampa AdnKronos