DITE AI NO VAX CHE L’ALTERNATIVA È TORNARE A CANTARE SUI BALCONI – CI SONO PAESI IN RITARDO SULLA CAMPAGNA VACCINALE CHE STANNO RICORRENDO AL CONFINAMENTO TIPICO DELLA PRIMA ONDATA PER LOTTARE CONTRO LA VARIANTE DELTA – UN LOCKDOWN NAZIONALE È IN CORSO IN NUOVA ZELANDA, ANCHE CON POCHI CASI, MENTRE IL PREMIER AUSTRALIANO HA APPENA ANNUNCIATO L’ABBANDONO DELLA STRATEGIA “ZERO COVID” CHE AVEVA RINCHIUSO DI NUOVO IN CASA LE PERSONE DA QUASI DUE MESI – SENZA L’IMMUNIZZAZIONE SI RISCHIA DI TORNARE SIGILLATI…
Alessandra Muglia per il “Corriere della Sera”
Da strumento anti pandemia diffuso in tutto il mondo nella prima fase, il lockdown si è trasformato in leva per scalfire le resistenze no vax. Dal ministro Speranza al premier israeliano Bennet, diversi leader agitano lo spettro del ritorno delle chiusure. Ma ci sono Paesi, in ritardo sulla campagna vaccinale, che stanno ricorrendo al confinamento per lottare contro la variante Delta.
Un lockdown nazionale è in corso in Nuova Zelanda, uno degli ultimi Paesi democratici che ancora persegue la strategia «zero Covid» che impone rigidi blocchi pur con un numero esiguo di infezioni. La misura è scattata a metà agosto dopo un solo caso di contagio interno. Le chiusure sono state estese almeno fino a metà settembre ma la convinzione che si possa eliminare la variante Delta si sta indebolendo a Wellington.
La premier Jacinda Ardern potrebbe cambiare strategia, allineandosi agli altri Paesi occidentali: accelerare sulla campagna vaccinale (neanche il 20% della popolazione ha completato il ciclo) e tollerare una certa diffusione del virus per mantenere la società più aperta.
australia proteste contro il lockdown 9
Il premier australiano Scott Morrison ha già annunciato la svolta: il Paese abbandonerà la strategia «zero Covid». Con grande sollievo della gente di Sydney e Melbourne provata da quasi due mesi di lockdown pesantissimo.
Le città potranno riaprire appena i tassi di vaccinazione raggiungeranno il 70-80% della popolazione. Finora solo un quarto degli abitanti è completamente vaccinato (rispetto al 50-60% di europei e americani), ma la campagna, partita in ritardo, da metà agosto ha accelerato. Sigillata Ho Chi Minh, città epicentro della pandemia in Vietnam. Ma anche qui il premier ha già annunciato la fine della linea «zero Covid».