“Nel Reparto G12 del carcere di Roma Rebibbia, ieri pomeriggio un detenuto ha incendiato la propria cella e poi ha rinchiuso dentro il poliziotto che lo aveva salvato e che stava spegnendo le fiamme.
Lo comunica il Coordinatore regionale Ciro Di Domenico della FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Le fiamme sono divampate subito e un Poliziotto è intervenuto con l’estintore per trarre in salvo il detenuto e spegnere l’incendio. Mentre il Poliziotto era all’interno della cella, lo stesso detenuto che aveva appiccato l’incendio lo ha chiuso dentro la cella e si è allontanato lasciando l’agente tra fiamme e fumo nocivo. Nel frattempo, il fumo, aveva completamente invaso la camera di pernottamento avendo chiuso il “blindato” in modo da non permettere al fumo di fuoriuscire, lasciando l’agente ad una morta certa essendo l’aria divenuta irrespirabile”.
“Il comportamento del detenuto ha volontariamente messo in pericolo la vita del Poliziotto che lo aveva appena salvato, lo stesso Agente è riuscito a rimanere in vita solo grazie al suo sangue freddo, continuando a bagnare i propri indumenti sotto l’acqua del rubinetto. Per fortuna ora è fuori pericolo grazie all’intervento degli altri colleghi, ma è ancora ricoverato presso l’ospedale ‘Sandro Pertini’ per la grave intossicazione riportata”.
Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Si tratta di un gesto sconsiderato quello del detenuto. Chiediamo che vengano presi tutti gli interventi disciplinari e che la Magistratura valuti il tentativo lesivo della vita di un servitore dello Stato con la massima severità. A Pochi giorni dalle dichiarazioni d’intenti che il Capo DAP Giovanni Russo ha voluto rappresentare ai sindacati del Corpo di Polizia Penitenziaria, questo è il primo banco di prova per valutare se stiamo ancora alle chiacchiere oppure se la nuova amministrazione penitenziaria prospettata dal DAP, sia un inizio di percorso o solo ennesima campagna elettorale”.
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Articolo tratto dal Portale di Informazione InfoDifesa