Il ministro della Cultura è finito di nuovo al centro delle polemiche per un’affermazione sull’autore della Divina Commedia pronunciata durante un evento organizzato da Fratelli d’Italia in vista delle elezioni regionali.

“Io ritengo che il fondatore del pensiero di destra nel nostro Paese sia Dante Alighieri perché credo che quella visione dell’umano, della persona, delle relazioni interpersonali che troviamo in Dante Alighieri, ma anche la sua costruzione politica – che è in saggi diversi dalla Divina Commedia – sia profondamente di destra”. A pronunciare queste parole è stato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, nel corso del suo intervento all’evento ‘Pronti, candidati al via’, organizzato da Fratelli d’Italia a Milano, in vista delle prossime elezioni regionali. L’affermazione, che lo stesso ex direttore del Tg2 ha definito “molto forte”, è subito finita al centro di una nuova polemica.

Le critiche al ministro

Il deputato del Pd ed ex governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, si è riferito alle parole di Sangiuliano definendole senza mezzi termini “cretinate” nonché “distrazione di massa” dall’aumento dei prezzi della benzina. La collega ed europarlamentare del Pd Pina Picerno ha sottolineato che il patrimonio italiano “non è di destra o di sinistra: è dell’Italia” e scritto che, potendo farlo, Dante avrebbe messo questo governo nel girone degli ignavi. Le parole del ministro della Cultura sono state riprese e commentate ironicamente anche da Gianni Cuperlo. “Bon, ma ora chi glielo dice a Virgilio che ha gettato le basi di Italia Viva?”, ha scritto su Twitter il candidato alla segreteria del Pd.

Per la senatrice del Terzo Polo Raffaella Paita “se il ministro Sangiuliano deve andare a scomodare Dante per trovare un riferimento culturale alla destra, il ministro della cultura ha qualche problema con la storia e la Meloni ha qualche problema con la scelta dei ministri”. Carlo Calenda è invece rimasto quasi senza parole.

Ai commenti di questi politici, sul social fondato da Jack Dorsey se ne sommano decine e decine di altri. Diversi utenti hanno invitato il ministro della Cultura a tornare sui banchi di scuola mentre per Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe “politicizzare il sommo poeta non è un’affermazione molto forte, ma una strumentalizzazione molto arrogante”. Pupi Avati ha parlato invece di un’uscita pretestuosa. “Il valore di Dante, il motivo per il quale è sopravvissuto fino ad oggi e oltre oggi è la sua dismisura poetica, immensa, misteriosa, non certo la sua posizione politica”, ha detto il regista, che sulla vita del ‘sommo poeta’ ha fatto anche un film. “Se penso a Dante e all’ideologia, non mi verrebbe mai in mente la destra, ma diciamo ad onore del vero che la visione delle cose del mondo di Dante è totalmente inapplicabile all’ oggi, con un mondo davvero diverso”.

Le affermazioni controverse di Sangiuliano: i precedenti

Non è la prima volta che il ministro della Cultura si rende protagonista di accese discussioni per le sue uscite pubbliche. Lo scorso novembre, per esempio, si era complimentato con se stesso in un post su Twitter in cui parlava del complesso di Villa Verdi a Bologna. Sempre a novembre, Sangiuliano aveva dichiarato che era la Rai dovrebbe realizzare film e serie tv su figure non legate alla sinistra, come per esempio Oriana Fallaci. La Rai, però, ha già ha realizzato una miniserie dedicata alla giornalista e scrittrice toscana. “L’Oriana” era stata trasmessa su Rai1 nel 2015, il 16 e 17 febbraio.

Più di recente è stato invece criticato per aver proposto di aumentare i biglietti dei musei e invitato chi non può permetterselo ad andarli a vedere nei giorni in cui è gratis, nonché per il modo in cui ha preso posizione contro gli anglicismi utilizzati in italiano. Utilizzare parole straniere, ha dichiarato il ministro Sangiuliano, è “da radical chic”, espressione chiaramente inglese.

Fonte Agi

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