Oggi, 15 ottobre 2021, entra ufficialmente l’obbligatorietà del certificato verde sul posto di lavoro.
Come già anticipato da settimane, nonostante il calo dei contagi e la copertura dell’80% sulle vaccinazioni, il Green Pass viene ulteriormente esteso ai luoghi di lavoro, pubblici e privati, oltre che alle Partite Iva.
È una scelta dura, radicale, che neppure la Francia, che da più tempo ha il certificato vaccinale, ha voluto prendere in considerazione. Attualmente l’Italia è l’unico stato europeo ad aver esteso il Green Pass a così tante attività.
FERMI E PROTESTE
Non tutte le categorie di lavoratori ci stanno.
Una percentuale di popolazione non intende aderire alla campagna vaccinale ed è quindi costretta a sobbarcarsi le spese di continui tamponi fino a dicembre, mese in cui decade lo stato d’emergenza e dovrebbe essere tolto anche il Green Pass.
A fermarsi, oggi e almeno fino al 21, sono principalmente i portuali e i camionisti oltre che autisti di mezzi pubblici. Contando il fatto che i primi due portano avanti una buona fetta di economia, si rischia un collasso generale sia per le aziende che per i rifornimenti in generale.
La richiesta è che il Green Pass obbligatorio venga tolto per la categoria dei lavoratori sostenendo che questo è un diritto inalienabile e che quindi non può e non deve essere limitato.
IL DILEMMA DEI TAMPONI
Da qui a dicembre c’è stato un boom di prenotazioni per quanto riguarda i tamponi che avranno una validità di 48 ore.
Un’altra richiesta che fanno lavoratori e sindacati è che questi siano spesato dallo stato vista la volontà dello stesso di inserire il certificato verde come obbligatorio.
La stessa Giorgia Meloni ritiene che la spesa di circa 200 euro mensili non debba essere a carico del lavoratore.
QUANDO VERRÀ TOLTO IL GREEN PASS
Ad oggi non abbiamo la certezza di quando il Green Pass potrà finalmente essere tolto ma, almeno in teoria, dovrebbe essere a gennaio 2022, quando verrà tolto lo stato d’emergenza che, ricordiamo, non potrà essere più rinnovato dato che per legge non può durare più di 2 anni.
La Francia, l’unica assieme all’Italia con il certificato vaccinale in atto, ha fatto sapere che prevede di toglierlo già verso metà novembre. La percentuale di vaccinati è più bassa di quella italiana.