Da quali fonti è composto il nostro mix energetico? In che percentuali siamo in grado di produrne e quanto invece dipendiamo dall’estero, in particolare Russia? Come si posiziona l’Italia rispetto agli altri Paesi? Ecco grafici e dati per capire meglio cosa succede nel mercato dell’energia in Europa.

Lo scorso 11 aprile, i governi italiano e algerino hanno firmato una Dichiarazione d’Intenti sulla cooperazione bilaterale nel settore dell’energia, mentre Eni e Sonatrach (compagnia pubblica algerina degli idrocarburi) hanno concluso un accordo per l’aumento delle forniture di gas dall’Algeria verso l’Italia attraverso il gasdotto TransMed. “Subito dopo l’invasione dell’Ucraina, avevo annunciato che l’Italia si sarebbe mossa con rapidità per ridurre la dipendenza dal gas russo. Gli accordi di oggi sono una risposta significativa a questo obiettivo strategico, ne seguiranno altre”, è stato il commento del premier Mario Draghi, ad Algeri, a seguito della firma dell’accordo con il presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune.

La dipendenza dal gas russo e, in generale, il tema dell’energia sono al centro della discussione nazionale e internazionale a seguito dell’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche già registrato nei mesi scorsi e, ancor di più, dall’inizio della guerra in Ucraina.

Le fonti di energia in Europa

Quali sono le fonti utilizzate per la produzione di energia elettrica in Europa e in che percentuale? Quanto dipendiamo dalle importazioni e, in particolare, dalla Russia? Qual è la situazione in Italia rispetto agli altri Stati membri dell’Unione?

Come riportato dai dati Eurostat più recenti, che si riferiscono al 2020, il mix energetico dell’Unione europea è composto da petrolio e prodotti petroliferi per il 34,5%, mentre il gas naturale rappresenta mediamente il 23,7% del totale, le fonti rinnovabili il 17,4%, l’energia nucleare 12,7% e i combustibili fossili solidi (carbone) il 10,2%.

Quanto dipendiamo dall’import

Stando agli ultimi dati Eurostat pubblicati e riferiti al 2020, l’Unione europea ha importato il 57,5% dell’energia consumata, confermando un andamento che vede costantemente crescere la sua dipendenza dalle importazioni. In questo contesto, l’Italia si trova al settimo posto, quindi ben al di sopra della media dell’Unione, con solo il 26.5% del suo fabbisogno prodotto internamente.

Quanto conta la Russia

Sul totale dell’energia importata, il peso di quella proveniente dalla Russia varia ampiamente da Paese a Paese. In Italia le forniture di Mosca rappresentano il 23,8% del mix energetico totale, ma ci sono Paesi, come la Lituania, che dipendono quasi totalmente dalle importazioni russe e diversi altri in cui questa percentuale supera o si avvicina alla metà del fabbisogno energetico totale.

Focus sul gas russo

Il gas naturale copre il 23,7% del fabbisogno energetico dell’Unione europea. Nel 2020, il tasso di dipendenza dalle importazioni nell’Ue si è attestato all’83,6%. Circa due terzi delle importazioni di gas nei Paesi dell’Unione europea sono arrivati da tre fornitori principali: Russia, Norvegia e Algeria. Circa il 90% del totale da 8 fornitori: Russia, Norvegia, Algeria, Qatar, Stati Uniti, Regno Unito, Nigeria e Libia.

La Russia è stato il maggiore fornitore. Nel 2020, le importazioni di gas russo hanno rappresentato il 41,1% del totale del gas utilizzato in Europa. In questo senso l’Italia si colloca appena al di sotto della media europea, con una dipendenza dal gas russo che conta per il 40,4% del totale.

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