I cortometraggi non sono molto presenti nel mercato dello streaming, ma qualcosa sta cambiando. Intanto ci sono imprenditori che decidono di investire nel settore. Alessandro Loprieno è uno di questi: 31 anni, è il fondatore di “WeShort”, la prima start-up completamente dedicata ai cortometraggi. Lo abbiamo intervistato.
Cos’è WeShort
WeShort è un servizio in streaming che dà vitalità a un formato cinematografico fino a oggi relegato alle nicchie dei festival. Ora, grazie al web, la sua popolarità sta crescendo: basti pensare che Netflix ha a disposizione una sezione di corti, sebben limitata, che comprende anche “Due Estranei”, premiato agli Oscar del 2021.
In Italia la rinascita del corto è spinta dall’arrivo di WeShort, la prima piattaforma on demand italiana dedicata al cinema breve, premiata anche al Giffoni Film Festival, partner della Ca’ Foscari per il festival internazionale del cortometraggio.
Il sogno di Alessandro
“Coltivo la passione per il cinema sin da bambino. Ho studiato alla facoltà di lingue e letterature straniere a Bari – racconta il fondatore di WeShort Alessandro Loprieno ad upday – Nella primavera del 2012 decido di fare le sezioni della Ryanair e vengo preso subito. Vivo in diverse città, Londra, Madrid, Tenerife per poi ottenere un trasferimento a Bari. In quel lasso di tempo, oltre a fare l’assistente di volo, avvio i miei primi contatti nel settore cinematografico. Rientrato in Puglia, continuo a lavorare per Ryanair, impiego che mi concedeva tempo libero a sufficienza per pianificare il mio futuro pensando in grande”. E una riflessione che gli frulla nella testa riguarda un formato specifico del cinema: “Mi faccio una semplice domanda: ma perché da cinefilo non ho mai dato spazio ai cortometraggi?”.
“Il cortometraggio alla pari degli altri film”
È una domanda che in molti si pongono di fronte a un formato, che prevede una durata compresa tra uno e 35 minuti massimi, spesso snobbato dal grande pubblico. “Io trovo – prosegue Loprieno – che prima d’ora mai nessuno abbia pensato agli short movies come a un prodotto mainstream e mai nessuno abbia considerato di fare business seriamente con i cortometraggi, elaborando un piano industriale molto ambizioso che arrivi a centinaia di milioni di ricavi. I cortometraggi sono sempre stati visti come una palestra per chi vuole fare cinema, il che va bene, però non possono e non devono rimanere solo quello. Il mio pensiero dietro i cortometraggi è diverso, sicuramente esso porta più frugalità di opportunità e risorse economiche, una scelta più democratica e di qualità di contenuti nei confronti del pubblico. Dal mio punto di vista, il cortometraggio può essere e sarà alla pari di film e serie: proprio per la brevità della durata oggi il cortometraggio è un formato più attinente che mai al dinamismo delle nostre vite. Sicuramente uno dei corti che mi hanno segnato di più è “Skin”, premio Oscar del 2019“.
Gli incontri con i grandi produttori di Hollywood
Insomma, WeShort cerca, in realtà, un ritorno alle origini del cinema. Il corto rappresenta una prova anche per grandi registi. Negli anni si sono cimentati nel genere Paolo Sorrentino con “La partita lenta” (2009), Martin Scorsese con “The Audition” (2015) o Christopher Nolan, nel 2015, con “The Brothers Quay on 35mm”.
Loprieno, che ha ideato la sua start-up a Bisceglie, a nord di Bari, ha avuto nel frattempo contatti con numerosi produttori di Hollywood: “Ho coltivato una collaborazione con i produttori hollywoodiani che hanno finanziato film con “Birdman”, “Snowden”, “Hacksaw Ridge”, “Black Mass”, e tanti altri film di successo. Attualmente sono socio della Media Capital Technologies, società che opera negli investimenti in film della major di Hollywood“.
Il futuro di “WeShort”: l’intelligenza artificiale
Tra i tantissimi progetti futuri per WeShort, “stiamo lavorando allo sviluppo dell’intelligenza artificiale proprietaria, a produzioni WeShort Originals e a altri accordi molto interessanti con delle grandi aziende”. I corti sono insomma pronti ad attrarre un pubblico sempre più numeroso.