Il governo vuole vietare la produzione, l’importazione e la commercializzazione del cibo sintetico. Secondo le associazioni del settore agroalimentare, si tratta di un provvedimento importante per la filiera e i consumatori, mentre +Europa accusa l’esecutivo di mettere un freno a una tecnologia che potrebbe permettere di inquinare e uccidere di meno.
Il cibo sintetico torna al centro del dibattito e scatena nuova polemiche. Del tema si è ricominciato a parlare perché durante il Consiglio dei ministri che si sta svolgendo a Palazzo Chigi dovrebbe essere discusso e approvato un disegno di legge che vieta alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati per l’impiego nella preparazione di alimenti, bevande e mangimi. Il provvedimento proibisce la vendita, l’importazione, la produzione per esportare, somministrare oppure distribuire questi prodotti per il consumo alimentare, e prevede sanzioni da 10mila a 60mila euro per chi viola le regole, nonché la confisca. Accolto con favore dalle associazioni di settore, è stato molto criticato dall’opposizione secondo cui il governo Meloni si è inventato un nuovo reato.
Cos’è il cibo sintetico
Semplificando molto, per cibo sintetico si intendono tutti quei prodotti realizzati almeno in parte in laboratorio. La carne, per esempio, “nasce” grazie alla tecnica della coltura cellulare. Come aveva spiegato Essere Animali ad upday lo scorso novembre, “nella pratica funziona accumulando tessuto muscolare da una manciata di cellule prelevate da un animale, che vengono nutrite in un bioreattore e alimentate con uno speciale brodo nutritivo”. Le startup attive in questo settore sono però moltissime e, come aveva spiegato Focus tempo fa, c’è anche chi realizza il miele simulando in laboratorio quello che avviene nell’alveare.
Secondo i suoi sostenitori, questa frontiere può ridurre l’impronta ambientale di processi molto inquinanti nonché aiutare a produrre carne in tutto e per tutto simile a quella che si consuma oggi senza uccidere animali. Molti, però, sono scettici e temono che gli sviluppi in questo settore finiscano per danneggiare filiere nelle quali sono impiegate migliaia di persone.
La posizione di Coldiretti
Proprio per evitare potenziali danni, la Confederazione nazionale coltivatori diretti (Coldiretti) aveva presentato nei mesi scorsi una petizione per chiedere “una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia, dalla carne prodotta in laboratorio al latte ‘senza mucche’ fino al pesce senza mari, laghi e fiumi”. Secondo il presidente Ettore Prandini, la proposta del governo “risponde alle richieste di mezzo milione di italiani che hanno firmato la petizione promossa da Coldiretti per salvare il Made in Italy a tavola dall’attacco delle multinazionali, sottoscritta anche dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida”.
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A favore del provvedimento si è espressa arrivata anche dall’Unione italiana lavoratori agroalimentari (Uila). “Apprezziamo la decisione di presentare una proposta di legge per vietare la produzione e il commercio in Italia di cibo e mangimi sintetici: è un altro passo avanti a difesa dei consumatori e del Made in Italy che si aggiunge alla decisione di pochi giorni fa, che ci vede altrettanto concordi, dell’obbligo di etichettatura per le farine che hanno origine da insetti”, ha detto il segretario generale Stefano Mantegazza.
Le critiche di +Europa: “Anche oggi si inventa un nuovo nemico”
La presentazione del disegno di legge non è stata apprezzata da +Europa, secondo cui il governo Meloni inventa un reato nuovo ogni giorno. Il segretario Riccardo Magi ha accusato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni di preferire “continuare con il suo proibizionismo sconsiderato, invece di fare ricerca e sviluppare una tecnologia che potrebbe permettere di inquinare e uccidere di meno“.
Dalla direzione del partito si è invece espresso Giordano Masini secondo cui il provvedimento chiude alla possibilità di “far nascere nuove imprese e nuovi posti di lavoro, il governo si affretta a vietarla preventivamente, immaginando rischi per la salute che nessuno ha mai dimostrato”. Secondo Masini, il disegno di legge è anche inutile e va contro gli interessi dell’Italia. “Il risultato sarà che alla fine gli alimenti ottenuti mettendo in coltura cellule in laboratorio arriveranno comunque, dato che a valutare i rischi per la salute dei prodotti alimentari è l’Efsa e non il governo italiano, e ad ammetterli nel mercato comune è l’Unione Europea, ma a beneficiarne saranno i produttori di altri paesi che nel frattempo potranno fare ricerca, sviluppare linee di produzione e sbocchi di mercato”.
Fonte Agi