Il distacco di una porzione di ghiacciaio ha causato almeno sei morti e otto feriti. Si cercano anche dei dispersi, ma il loro numero non è ancora chiaro. La procura di Trento, intanto, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Draghi atteso a Canazei.
Le ultime
Sono tre veneti e un cittadino della Repubblica ceca le vittime identificate del distacco di una porzione di ghiacciaio da Punta Rocca, sulla Marmolada, domenica 3 luglio. L’identità di altre due persone morte – un uomo e una donna – non è stata ancora accertata, mentre i feriti sono otto.
Ci sono anche dei dispersi. Le loro ricerche sono riprese all’alba e proseguono grazie ai droni e col sorvolo degli elicotteri. Nella giornata di domenica, quando è avvenuto l’incidente, l’assessore regionale del Veneto alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin aveva parlato di 16 dispersi, ma aveva specificato che si trattava di una “situazione in evoluzione”.
Secondo le ultime informazioni, il numero è salito a 20, ma non si hanno ancora certezze. In un’intervista a Rainews 24, il sindaco di Canazei Giovanni Berna ha detto di non poter confermare alcuna cifra perché il bilancio si basa su alcune stime e supposizioni. Il Soccorso alpino nazionale ha istituito un numero da chiamare per segnalare il mancato rientro di amici e familiari (0461-495272), mentre quello del Veneto starebbe facendo delle verifiche sulle auto parcheggiate nel punto di partenza del percorso escursionistico per avere ulteriori indizi.
Proprio per facilitare il lavoro dei soccorritori, la zona è stata al momento interdetta ai turisti.
“Un episodio imprevedibile”
Il distacco ha causato una frana che ha travolto tutti coloro che si trovavano lungo il percorso. Secondo le prime informazioni, ghiaccio, roccia e altri detriti sono scesi a una velocità di 300 chilometri orari, non lasciando scampo.
Dopo l’incidente, ci si è chiesti se la tragedia potesse essere evitata, anche perché nella giornata di sabato in vetta era stata registrata una temperatura di 10°C. Il sindaco di Canazei ha, però, parlato di un “evento imprevedibile“. In un’intervista a Rainews 24, anche il glaciologo Jacopo Gabrieli ha sostenuto questa tesi. “Il crollo del seracco poteva avvenire in qualsiasi momento, non sono le temperature di questi giorni ad averlo causato, ma questa lunga ondata di calore che ci accompagna da due mesi“, ha spiegato. “Siamo di fronte a una situazione anomala”. Sul fatto che il crollo sia stato causato del cambiamento climatico ci sono, quindi, pochi dubbi. La procura di Trento ha intanto aperto un fascicolo per disastro colposo.
La visita di Draghi
Nella mattinata, a Canazei, arriverà anche il presidente del Consiglio Mario Draghi. Si recherà nelle centrale operativa allestita per coordinare le operazioni di soccorso, dove sono attesi anche il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, il governatore del Veneto Luca Zaia, quello della provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, e quello della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.
Quest’ultimo ha anche riferito un messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Il capo dello Stato ha voluto trasmettere anche alla nostra comunità oltre che ai parenti delle vittime il proprio cordoglio. Allo stesso tempo ha espresso parole di gratitudine ai soccorritori che si stanno prodigando, in condizioni non certo facili, alla ricerca delle vittime della grossa frana che ieri pomeriggio ha causato morte e devastazione”.
Fonte Adnkronos