È arrivato il caldo, si avvicina l’estate. Ma in un clima di incertezza a livello internazionale, si pensa già a come prepararsi per l’inverno, trovando un’alternativa al gas per riscaldare le nostre case.
La stagione fredda sembra lontana, le misure per contrastare il caro bolletta (bonus elettricità e bonus gas) in favore delle famiglie economicamente svantaggiate e di quelle in gravi condizioni di salute sono state estese al terzo trimestre del 2022 ed è stato innalzato a 12mila euro annui il tetto Isee per i beneficiari dei bonus.
La crescita dei prezzi dei beni energetici su base tendenziale (quindi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) in aprile è calata (da +50,9% di marzo a +39,5% di aprile, secondo i dati definitivi Istat pubblicati lo scorso 17 maggio), con un rallentamento generale dell’inflazione in Italia (-0,1%) imputabile perlopiù all’inclusione del bonus energia (elettricità e gas) nel calcolo Istat degli indici dei prezzi al consumo.
Se le misure adottate stanno aiutando le famiglie in maggiore difficoltà, l’incertezza sulla fornitura di gas dalla Russia e i difficili equilibri internazionali portano però già a pensare al prossimo inverno e a come attrezzarsi.
Alternativa al gas: il pellet
Per riscaldare le nostre case, un’alternativa al gas, presa in considerazione da molti – e i dati sulle ricerche online per gli acquisti lo confermano – è il pellet. Di cosa si tratta? Il pellet è prodotto attraverso la densificazione di segatura e trucioli di legno tramite presse forate. È utilizzato in caldaie specifiche – a pellet appunto – ed è venduto sfuso (in autobotte) o in sacchetti da 15 chili.
Google Trends segnala un picco di ricerche sul pellet a marzo 2022 e un andamento, in questa primavera, superiore allo stesso periodo dello scorso anno. L’Osservatorio Trovaprezzi.it segnala che, dall’avvio della guerra in Ucraina, è aumentato in maniera significativa l’interesse dei consumatori per le stufe a pellet, con un aumento delle ricerche anche sulle stufe a legna.
Consumo in Italia: 3,3 milioni di tonnellate all’anno
In Italia si consumano circa 3,3 milioni di tonnellate di pellet all’anno. Secondo i dati Aiel (Associazione italiana energie agroforestali) riportati nella pubblicazione agriforenergy (dicembre 2021), la maggior parte del pellet viene distribuito e consumato nelle regioni del Nordest (28,9%), seguite dal Nordovest (25,2%), dal Sud (17,7%), dal Centro (15,1%) e dalle Isole (13,1%). Sempre secondo i dati Aiel, le nazioni da cui le aziende di distribuzione italiane si approvvigionano sono 33. Un ruolo predominante nella fornitura viene svolto dai Paesi dell’Europa centrale (40,6%), dal Sudamerica (13,9%), da Bielorussia, Ucraina e Russia (10,8% in totale).
Prezzo del pellet in Italia: in un anno +1,2 euro a sacchetto
Se il pellet può essere un’alternativa al gas per il riscaldamento delle nostre case, anche questo prodotto ha subito un aumento significativo nell’ultimo anno. La media dei prezzi di un sacchetto da 15 chili di pellet, ad aprile 2022, in Italia (secondo i dati di un’elaborazione Aiel che si basa su 242 rilevazioni tra grande distribuzione e rivenditori di pellet certificato) è pari a 5,77 euro, in aumento di 1,2 euro rispetto ad aprile 2021. L’aumento maggiore – un euro e mezzo – si registra nelle regioni del Nordest, mentre sono le Isole a pagare di più, con un prezzo medio del sacchetto pari a 7,27 euro.
Sempre secondo i dati Aiel, per il consumatore finale, ad aprile 2022, il pellet in sacchi da 15 chili costa 80 euro al MWh (iva e tasse incluse, trasporto escluso) contro i 124 del gas naturale.
Consigli per gli acquisti
Aiel fornisce consigli su come scegliere i pellet, indicando la necessità di acquistare materiale certificato ENplus® che garantisce le caratteristiche chimiche, fisiche, energetiche e il mantenimento della qualità del prodotto fino alla consegna al cliente.
Per un acquisto consapevole, l’Associazione indica che il pellet certificato ha un diametro di 6 mm, lunghezza minore o uguale a 40 mm, contenuto idrico minore del 10% e contenuto di ceneri minore dello 0,7%. Aiel suggerisce anche che il colore del pellet, la provenienza geografica e la specie legnosa non sono indice di qualità e che il pellet messo in acqua deve affondare. In Italia è vietato l’uso di legno trattato chimicamente per la produzione di pellet. Per sostituire 1 litro di gasolio sono necessari circa 2 kg di pellet.
Ritorno alla legna
Accanto all’interesse per il pellet, un’alternativa per il riscaldamento delle case non dipendente dal gas è la legna. La legna migliore è quella con un contenuto idrico minore (inferiore al 20%): questa infatti ha un potere calorifico maggiore, con emissioni di polveri ridotte. Secondo le rilevazioni Aiel, in media, la legna dura con un contenuto idrico tra il 20-25% in aprile 2022 è stata venduta a 170 euro a tonnellata (franco partenza, iva esclusa), in calo rispetto ai 173 euro di aprile 2021. È aumentato invece il prezzo della legna dura con contenuto idrico tra il 30 e il 35% (da 145 a 153 euro).
Per abbassare il contenuto idrico della legna, Aiel consiglia stagionatura all’aria aperta di uno o due anni, a seconda delle condizioni climatiche e del luogo, per la legna dura (faggio, quercia, carpino, frassino, castagno). Per il legno tenero (abete, pino, larice, robinia, betulla) 9-12 mesi.
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