Il presidente della Repubblica – secondo quanto recita l’art. 83 della Costituzione – viene eletto dal Parlamento riunito in seduta comune, all’elezione partecipano anche tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale. Il mandato di Sergio Mattarella scadrà il 3 febbraio 2022 e trenta giorni prima il Presidente della Camera, Roberto Fico, dovrà convocare in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali. Per permettere ai Consigli regionali di eleggere i propri delegati la seduta ufficiale si svolgerà circa 20 giorni dopo, si ipotizza quindi l’inizio dell’elezione intorno al 23 gennaio ma una data certa ancora non c’è. L’elezione avviene per scrutinio segreto e sono necessari i due terzi dell’assemblea, ma dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta. I grandi elettori, ovvero senatori, deputati e delegati regionali votano nella segretezza dell’urna all’interno di una cabina elettorale posta nell’Aula di Montecitorio ribattezzata “catafalco” e lo spoglio viene effettuato dal presidente della Camera che legge pubblicamente i nomi dei candidati. Ricordiamo che può essere eletto presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto 50 anni d’età e goda dei diritti civili e politici.
Il gioco del toto nomi. E se fosse una donna?
Anche questa volta la storia si ripete, i partiti sembrano ingarbugliarsi tra dichiarazioni e silenzi, l’ipotesi di un Mattarella bis, Mario Draghi tirato in ballo all’occorrenza, Silvio Berlusconi. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in realtà è sempre stato considerato un successore naturale dell’attuale capo dello Stato, ma questa scelta potrebbe aprire la strada a elezioni anticipate, in quanto il mandato naturale di Draghi come presidente del Consiglio scadrebbe nel 2023. In molti sperano in un Mattarella bis con la durata di un anno, questo per permettere la fine della legislatura con il presidente del Consiglio ancora a Palazzo Chigi fino al 2023 per poi effettuare un trasloco al Quirinale. Ma Sergio Mattarella ha ripetuto più volte la sua indisponibilità. Il centrodestra punterebbe, almeno apparentemente, alla candidatura di Silvio Berlusconi, ma il nome del Cavaliere oltre ad essere divisivo, potrebbe essere bruciato ai primi scrutini e utilizzato da parte della coalizione per contare maggiormente sulla scelta di un’altra personalità che possa mettere d’accordo un’ampia maggioranza parlamentare.
Come sempre torna da più parti l’auspicio di eleggere finalmente una donna presidente della Repubblica, donne tirate in ballo a ogni elezione ma mai effettivamente prese in considerazione. Nella storia della Repubblica mai una donna è andata a Palazzo Chigi, mai una donna al Quirinale, addirittura è stato necessario attendere il 2018 per eleggere la prima presidente del Senato donna: Maria Elisabetta Alberti Casellati. Ma quali sono i nomi che circolano in queste settimane? Uno tra tutti l’attuale Guardasigilli Marta Cartabia, ma negli ultimi giorni un’altra (in questo caso ex) ministra della Giustizia, Paola Severino, vede salire le sue quotazioni. Si torna a parlare anche di due big della politica: Emma Bonino e Anna Finocchiaro. La prima, che siede ancora tra i banchi del Parlamento, è stata già tirata in ballo nel 1999 ma quell’anno sappiamo già com’è finita. Anche Finocchiaro ha un passato da possibile candidata, nel 2013 spunta il suo nome ma viene bruciata subito da Matteo Renzi. Una partita apertissima e ingarbugliata, quella per il Quirinale, che vedrà sciogliere i nodi solo a fine gennaio 2022, nel mezzo la gestione della quarta ondata da Covid-19 che sta travolgendo l’Europa, la variante Omicron, le risorse del Pnrr da mettere a terra. Tutto questo potrebbe portare a scenari imprevedibili.