Il 2023 è iniziato all’insegna delle brutte sorprese alla pompa di benzina. I prezzi dei carburanti, dopo il sospiro di sollievo tirato nel mese di dicembre, sono tornati a salire. Sui social impazza la polemica contro la premier Meloni, che nel 2019 chiedeva l’abolizione delle accise.
Risveglio amaro per i consumatori italiani, che con l’inizio del nuovo anno vedono i prezzi di benzina e diesel oscillare pericolosamente intorno alla soglia critica dei 2 euro al litro. Il gasolio va oggi oltre quota 2, mentre la benzina sfiora gli 1,950 euro al litro. Questo è quanto emerge dalle medie elaborate da Quotidiano Energia, che sottolinea come i prezzi abbiano assorbito il nuovo livello delle accise in vigore dal primo gennaio.
Dito puntato contro Meloni
L’opposizione e gli utenti sui social imputano la colpa dei rincari al governo guidato da Giorgia Meloni, che nella sua prima legge di Bilancio non ha rinnovato il taglio delle accise voluto dal precedente esecutivo, presieduto da Mario Draghi. Ed ecco che su Twitter rispunta un video condiviso dalla leader di Fratelli d’Italia nel 2019, in cui si reca personalmente alla pompa per fare rifornimento per poi criticare aspramente il peso delle accise sul prezzo finale del carburante. “È una vergogna, noi chiediamo che le accise vengano progressivamente abolite”, dichiarava Meloni.
Pichetto Fratin: “Abolire? Priorità alle bollette”
“La valutazione sulla scelta di abolire le accise sui carburanti significa passare la tassazione da qualche altra parte. Quando è stato previsto il primo intervento sulle accise, con il precedente governo, ero vice ministro per lo Sviluppo economico, è stato fatto perché ci rendevamo conto che sfondavamo i due euro“, ha detto il ministro dell’Ambiente e la Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervistato da ‘Zapping’ su Radio 1. “Oggi si è fatta una valutazione sulle priorità – ha aggiunto – e in questo ragionamento abbiamo fatto un intervento da 21 miliardi di euro sulle bollette. Il prezzo oggi rimane fisiologicamente un qualcosa di sopportabile, poi giusto è difficile dirlo. Da qualche parte bisogna trovare il modo di riequilibrare“.
Paita (Iv-Azione): “Prometteva di abolirle ma ha fatto il contrario”
“Tutti ricordiamo Giorgia Meloni che in perenne campagna elettorale prometteva che sarebbe intervenuta sulle accise per ridurre il costo della benzina. Alla prova di governo però ha fatto esattamente l’opposto.” Lo ha detto Raffaella Paita, capogruppo dei senatori di Azione-Italia Viva a Coffee Break su La7.
“A questo si somma un aumento ingiustificato dei pedaggi autostradali da parte dei concessionari mentre nelle autostrade ci sono code infinite, cantieri e lavori. Lancio una sfida al ministro (Matteo) Salvini: perché anziché mettere le mani nelle tasche degli italiani non andate a verificare puntualmente come mai molte delle opere di messa in sicurezza di gallerie e autostrade non sono state realizzate da parte degli stessi concessionari?“, conclude Paita.
Opposizioni all’attacco
“Il governo parla di presidenzialismo e autonomia”, spiega la capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Simona Malpezzi. “Una distrazione di massa necessaria per la maggioranza guidata da Giorgia Meloni responsabile di questo inizio d’anno di rincari”. Per il vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali, Dario Parrini, “siamo alla fuga dai problemi urgenti. Le riforme istituzionali – una questione serissima, che meriterebbe iniziative appropriate – viene banalizzata e goffamente utilizzata per una campagna di distrazione di massa“, sottolinea l’esponente dem.
Attiva su questo fronte la candidata alla segreteria dem, Elly Schlein. “Da gennaio aumentano i prezzi del trasporto pubblico, dei pedaggi autostradali, delle bollette e dei mutui. Aumenti indiscriminati che peseranno di più su chi è in difficoltà. Pensionate e pensionati, giovani, lavoratori e lavoratrici che il governo non ha tutelato in questa Manovra. Giorgia Meloni ha fatto proprio come Robin Hood, ma al contrario”, sottolinea la deputata dem.
Paglia (Verdi-Si): “Accise per finanziare condoni”
“Il pieno di benzina costa agli italiani almeno 10 euro in più. Quei soldi servono a finanziarie 12 condoni fiscali, la flat tax per chi guadagna tremila euro netti al mese e lo sconto alle squadre di Serie A“. Lo afferma il responsabile economia di Sinistra Italiana Giovanni Paglia. “Così stanno le cose – prosegue l’esponente dell’Alleanza Verdi Sinistra – e non vanno bene per niente.”
Fonte Agi