Una vicenda triste che ha scosso l’opinione pubblica e ha portato nuovamente il Paese sull’orlo della ribellione.
Buea, 8 del mattino. La piccola si stava recando a scuola accompagnata dalla madre quando un gendarme ferma la macchina forse per un controllo. Improvvisamente il poliziotto spara ed il proiettile colpisce Caro Louise Ndialle alla testa.
La morte della bambina, così crudele ed immotivata, ha portato la folla inferocita a riversarsi in strada per linciare e picchiare a morte il gendarme. Dopo, 500 persone hanno portato il corpo di Caro davanti all’ufficio del governatore.
LA MOTIVAZIONE DELLO SPARO
I fatti sono ancora da verificare ma, secondo una testimonianza, il gendarme avrebbe sparato in seguito al rifiuto della madre della bambina di pagare una tangente.
Quella delle “mazzette” è purtroppo una pratica ampiamente diffusa tra i poliziotti del posto che tendono ad essere violenti e dittatoriali nei confronti dei residenti.
IL GOVERNO
Il governatore Bernard Okalia Bilai invita la popolazione a mantenere la calma a seguito di quello che, secondo lui, è soltanto un increscioso “incidente”.
Nonostante il gendarme abbia avuto un comportamento inappropriato e sproporzionato alle circostanze, il governo spera che la popolazione possa mantenere un comportamento civile e privo di ritorsioni.
La divisione del Camerun tra la parte francofona e quella anglofona è ormai nota e, quest’ultima, ha pochissimo spazio nell’economia e nella politica del paese. Sono ormai 5 anni che vanno avanti guerre civili tra le due parti, guerre ricche di morti innocenti di cui la piccola Caro è solo l’ultima di altre che, siamo certi, purtroppo verranno.